Angie Anderson (Sharon Stone), ragazza fragile e insicura, vive riparando bambole in un anonimo grattacielo. Mentre è in ascensore uno sconosciuto con una barba rossiccia prova a violentarla, ma lei si difende pugnalandolo con un paio di forbici. è soccorsa da Alex (Steve Railback), un attore di fiction, fratello di Cole, un pittore d’avanguardia paralizzato su una sedia a rotelle. Angie è molto turbata e racconta al dottor Stephen Carter (Ronny Cox) della violenza subita. lo psicoanalista, dopo averle ricordato che è ancora vergine per il suo terrore folle di avere una relazione sessuale con un uomo, le dice: “Lo scopo della rimozione è quello di evitare il dolore. è accaduto qualcosa nella tua infanzia che la tua psiche non tollera e che ha rimosso di forza dalla memoria cosciente”. Angie continua a essere perseguitata dal fantasma del suo assalitore e nel rispondere a un annuncio di lavoro si reca in un appartamento dove s’imbatte nel cadavere di un uomo con la barba rossa riverso sul pavimento e accoltellato alla schiena con un paio di forbici. Quella vista le riattiva un evento rimosso del passato: sua madre aveva pugnalato con un paio di forbici il marito, un uomo con la barba rossa, perché molestava la piccola Angie. Dopo aver scoperto che in quell’appartamento non c’è alcuna possibilità d’uscita, Angie regredisce a uno stadio infantile quando sopraggiungono Carter e sua moglie Ann (Michelle Philips). Lo psichiatra, dopo aver scoperto che la moglie lo tradiva, le mostra il cadavere del suo amante e le confessa di aver ordito un piano per far ricadere la colpa del delitto su Angie. Ma la ragazza, con un abile stratagemma, riuscirà a fuggire e Carter e sua moglie resteranno intrappolati in quell’infernale appartamento.
Thriller senza grosse pretese che ruota intorno all’ambigua figura di Stephen, un analista cinico e freddo che, facendo leva sul passato rimosso di Angie, camuffandosi con una barba rossiccia, uccide l’amante della moglie e scatena poi il crollo psicotico della paziente. Qualche scena libera un po’ di adrenalina, ma la scrittura è nel complesso poco fluida ed originale e la vendetta di Carter troppo cerebrale per essere credibile. Il regista per rendere più torbida la storia ci mostra Cole, un pittore che spia giorno e notte la protagonista dalla sua finestra e che finge di essere paralitico per colpevolizzare suo fratello Alex, responsabile di un incidente automobilistico. Da un racconto di Joyce Selzinck.
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