Settant’anni fa “Napoli milionaria” al cinema

9 Febbraio 2020 | Di Ignazio Senatore
Settant’anni fa “Napoli milionaria” al cinema
Senatore giornalista
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Settanta anni fa comparve sugli schermi “Napoli milionaria”, per la regia di Eduardo De Filippo. La trasposizione cinematografica segnò il ritorno dietro la macchina da presa di Eduardo, dopo il suo debutto nel ’39 con la commedia “In campagna è caduta una stella“ (1939), scritta dal fratello Peppino e co-sceneggiata dallo stesso Eduardo con il futuro regista Riccardo Freda.

Eduardo però non amava il cinema, né tantomeno dirigere film e, infatti, amava ripetere: “Il cinematografo non ha niente a che vedere con il teatro, proprio niente. Non dà neanche soddisfazione, dà solamente la futura vergogna che gli attori, me compresi, non possono cancellare.”

Un testo quello di “Napoli milionaria”, scritto nel 1945 e messo in scena  il 15 marzo del ’45 nel Teatro San Carlo, ancora vivo e attuale ai giorni nostri, che vanta una trasposizione televisiva, diretta e interpretata da Eduardo il 22 gennaio del 1962 e la messa in scena, come dramma lirico, nel 1977, con le musiche di Nino Rota, al Festival dei Due Mondi di Spoleto del 1977.

Il film fu prodotto dallo stesso Eduardo e da Dino De Laurentiis che, insieme crearono la casa di produzione “Arco Film”.

Il cast era composto da De Filippo nei panni del protagonista Gennaro Jovine,, da sua sorella Titina, da nomi e volti noti al tempo come Mario Soldati, Delia Scala, Carlo Ninchi con il grande Totò, nel ruolo di Pasquale Miele e altri napoletani come Aldo e Carlo Giuffrè, Giacomo Rondinella e Dante Maggio che ricordava:, “Eduardo non voleva nel film Totò. Difatti aveva affidato il ruolo a me, forse perché mi riteneva un compagno di scena meno pericoloso. Fu De Dino Laurentiis a imporgli Totò, vuoi per il noleggio, vuoi perché era più in parte di me, e difatti Totò ne fece un capolavoro. Eduardo avrebbe preferito non avere al fianco “il principe della risata” perché era invidioso di quegli attori che potevano rubargli la scena. Totò, invece, nei confronti di Eduardo, era remissivo, accettava di farsi dirigere ed aveva il massimo rispetto per lui. Lo trattava con massima amicizia, perché si conoscevano da ragazzi, a volte scherzavano sulla loro gioventù nei vicoli.”

Un film, “Napoli milionaria” che lo stesso Totò inserii poi tra i dieci film che avrebbe salvato tra quelli da lui interpretati nella sua lunga e luminosa carriera artistica.

Per evitare di filmare nei vicoli di Napoli, dove sarebbe stato difficile effettuare le riprese, “Napoli milionaria” fu girato tutto nei vecchi teatri della Farnesina, dove era stato ricostruito un vicolo di Napoli. Per renderlo più veritiero furono portate da Napoli cinquanta famiglie che, inizialmente, vennero alloggiate in alcune pensioni. Come ricorda Aldo Tonti, direttore della fotografia del film: “dopo un po’, una volta adocchiato il vicolo e certificato che era proprio come un di quelli della loro città, le comparse vi si trasferirono e lo abitarono. Ci dormivano, ci cucinavano.”

Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno – 8.2.2020

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