Sleepers di Barry Levinson – USA – 1996 –Durata 147’

1 Marzo 2021 | Di Ignazio Senatore

Quattro ragazzini, che vivono nel sobborgo del West Side di New York, decidono di fare un banale scherzo a un venditore di hot-dog.

Qualcosa non va per il verso giusto e il carrettino che hanno rubato, precipita giù per le scale, causando la morte di un uomo.

Condannati a scontare una pena di un anno al riformatorio Wilkinson, sono ripetutamente picchiati e violentati dai secondini capitanati da Nokes (Kevin Bacon) e da Ferguson.(Terry Kinney).

Passano gli anni; Tommy (Billy Cudrup) e John (Ron Eldard) diventano due teppisti, Michael (Brad Pitt), un sostituto procuratore, e Shakes (Jason Patrick) un giornalista.

Un giorno Tom e John s’imbattono, per caso, in un pub in Nokes e lo freddano senza pietà, davanti a testimoni.

A prendere la loro difese è Danny Snyder (Dustin Hoffman), un avvocato alcolizzato che, con un patteggiamento, vorrebbe chiudere al più presto il caso.

Ma la regia del processo è orchestrata da Michael e da Shakes che, per inchiodare Fergusson e gli altri aguzzini del riformatorio, fanno ricorso alla testimonianza (falsa) di padre Bob (Robert De Niro), un prete che li aveva visti crescere da bambini, che dichiara che Tom e John erano il giorno del delitto con lui a vedere una partita di basket.

Barry Levinson (Il migliore, Good morning, Vietnam, Rain man. L’uomo della pioggia, Rivelazioni, Sesso &potere…)  confeziona una pellicola, tratta da un romanzo di Lorenzo Carcaterra, che è un duro attacco e violento contro il disumano e orrifico sistema repressivo dei riformatori.

Il film, è diviso, in tre parti: inizialmente, ruota intorno alle scanzonate gesta di quattro giovani e guasconi teppisti.

La seconda è ambientata nell’inferno del Wilkinson, ed è attraversato da un clima cupo e senza speranza, con la voce fuori campo di Shaker funge da io narrante e commenta la loro infelice condizione di bambini abusati.

Nell’ultima parte si svolge nell’aula di tribunale dove vengono a galla gli orrori compiuti dalle sadiche e perverse guardie carcerarie.  Levinson lascia fuori campo le violenze e gli abusi che i piccoli reclusi sono costretti a subire ogni notte in silenzio, ma l’atmosfera è egualmente soffocante e pesante.

Qualche sforbiciata in fase di montaggio avrebbe reso più fluida la narrazione, ma il film ti resta dentro e la scena della falsa testimonianza di padre Bob è un sensazionale colpo di scena.

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