Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, noto comunemente come Socrates, nasce in Brasile.
Il padre, amante della letteratura dà ai suoi primi tre figli dei nomi ispirati alla filosofia greca; Sostenes, Sofocle, Socrates. Quest’ultimo inizia a strabiliare tecnici e tifosi con le sue giocate e con la sua specialità, il colpo di tacco, ben presto definito “il tacco di Dio”.
Personaggio atipico nel panorama dei calciatori, Socrates si laurea in medicina e si specializza in pediatria.
Spirito anarchico e libertario, abbraccia gli ideali della sinistra e, negli anni della dittatura militare, con i compagni di squadra del Corinthias, fonda la cosiddetta “democrazia corintiana”, il primo ed unico tentativo di autogestione di una squadra di calcio, dove calciatori, massaggiatori e magazzinieri decidono insieme quale calciatore comprare, chi far scendere in campo, quali gli orari degli allenamenti e come portare economicamente avanti la squadra.
Ad ogni goal Socrates esulta con il pugno chiuso e, ben presto, si distingue per il suo impegno e per le battaglie per la libertà e la democrazia. Viveur impenitente ed amante dell’alcool, si trasferisce in Italia nel campionato 1984/85 dove indossa la casacca della Fiorentina.
Problemi nello spogliatoio e la difficile ambientazione nel campionato italiano lo spingono a ritornare l’anno seguente in Brasile dove qualche anno dopo chiude la carriera.
Il regista Mimmo Calopresti (La seconda, volta, La parola amore esiste, Preferisco il rumore del mare…), seppur di fede granata, con la collaborazione in sede di sceneggiatura di Marco Mathieu, rende omaggio al funambolico campione brasiliano e, con un reportage asciutto e senza sentimentalismi, ripercorre la carriera calcistica (e non solo) del “Dottore”.
Nel corso del suo viaggio in Brasile intervista dei tifosi della torcida di Bom Retiro, alla periferia di San Paolo, luogo di culto per i tifosi del Corinthias, Josè Carlos Amarla Kfouri, detto Juca, giornalista brasiliano ed amico del calciatore, il compagno di squadra di Socrates Biro Biro ed a Firenze il portiere Giovanni Galli e Vuturo capo ultras Fiorentina.
Calopresti inserisce diversi filmati di repertorio, qualche intervista al giocatore e lascia intendere che il fuoriclasse brasiliano, refrattario agli allenamenti, amava più di tutto godersi la vita. La sua scelta autodistruttiva per l’alcool l’ha portato alla morte prematura il 4 dicembre del 2011.
Un campione fuori dagli schemi che vide realizzare il suo ultimo desiderio: “Vorrei morire di domenica, mentre il Corinthians diventa campione”. Tutta la squadra, infatti, quella domenica, a centrocampo, prima di festeggiare lo scudetto, in suo onore, gli dedicò il minuto di silenzio con il pugno chiuso in alto verso il cielo.
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.
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