Uno scaglione di giovani reclute ha come destinazione il 47° battaglione, 2° Compagnia bis che ha sede nella caserma di Pontebba, paesino a due passi da Udine.
Il comandante è l’inflessibile e temutissimo tenente Armando Fili (Massimo Dapporto), il classico militare tutto d’un pezzo, che mastica ordine e disciplina, sempre pronto a dispensare punizioni per quei soldati che non rispettano alla lettera il regolamento.
Tra le giovani reclute Claudio Scanna (Claudio Amendola), la classica “testa calda“, con una condanna di sei mesi alle spalle per una rissa, Esposito Antonio (Ernesto Lama) e Adalberto Romani (Claudio Botosso), un ventinovenne, fresco laureato in medicina. Fili mette in guardia Scanna e lo invita a non creare problemi all’interno del battaglione e, se ce ne fosse bisogno, di rivolgersi a lui.
Un gruppo di “nonni”, capeggiati da Buzzi (Alessandro Benvenuti) e da Marini (Antonino Iuorio), il suo bracco destro, inizia a provocare le giovane reclute e Scanna é l’unico che li tiene testa e prova a farli desistere dal mettere in atto i loro scherzi infantili.
Feriti nell’orgoglio, i “nonni”, una notte, approfittando che Fili, su pressione di Anna (Agostina Belli), la moglie, si era allontanato dalla caserma per andare ad una festa, fanno irruzione nella camerata delle reclute e, dopo aver chiuso Scanna in un armadietto, gli versano addosso un secchio pieno di urina. Scanna si reca nell’ufficio di Fili, non lo trova, e si fa giustizia da solo, pestando prima Buzzi e poi qualche suo compare.
Il colonnello (Ivo Garrani) è orientato a impartire a Scanna una punizione esemplare ma lui, per difendersi, rivela che quella fatidica notte Fili non era in caserma. In un baleno, Fili, vede sfumare l’agognata promozione a capitano e l’idea di un trasferimento alla base Nato di Udine.
Avendo giurato di fargliela pagare, Fili prende di mira Scanna; con un pretesto gli nega le licenze natalizie, lo punisce per aver fischiato, violando così il regolamento, lo costringe a pulire nuovamente un bagno lustrato a lucido e, sul finale, gli tende un imboscata e, fingendosi amico, gli ruba il suo fucile d’ordinanza durante il servizio di guardia notturno.
Scanna reagisce e, dopo avergli sferrato un cazzotto in volto, si riprende l’arma. E’ l’ultima notte di naia e la camerata di soldati è in festa, ma Fili riceve un ordine dall’alto e i soldati sono trasferiti in un aereo militare per compiere una missione di guerra.
Dopo aver diretto tre commedie (Vado a vivere da solo, 1982 Un ragazzo e una ragazza, 1984, e Colpo di fulmine ,1985), che avevano riscosso un tiepido successo al botteghino.
Risi cambia passo e impagina un film che punta a demolire il mito del servizio militare, spacciato sempre come un’occasione proficua per dei giovani che, durante il periodo di ferma, acquisirebbero così esperienza di vita, imparerebbero a relazionarsi in gruppo e, grazie alla dura disciplina diventerebbero dei “veri” uomini.
Sin dalle prime scene, si intuisce che non siamo dalle parti delle tante commedie legate all’erotico italiano con soldatesse che si spogliano, reclute perennemente incollati al buco della serratura e alla ricerca di avventure galanti.
A dire il vero, le uniche donne che compaiono nel film hanno delle particine senza spessore; Anna, la moglie di Fili, dopo aver compreso che il marito si nutre solo della vita militare, finirà per lasciarlo, Annina (Antonella Ponziani), fidanzata di Scanna, ha solo un paio di battute e la stessa sorte è riservata a Luisa (Cristina Gentile), ostessa nel pub “Birra alla Spina”, ritrovo abituale delle reclute, della quale s’innamorerà un romantico soldatino.
Tantomeno ci troviamo di fronte alle commedie demenziali militari italiche come Il colonnello Rompiglione di Pier Giorgio Ferretti (1973),, Patroclooo! …e il soldato Camillone, grande grosso e frescone di Mariano Laurenti (1973), 4 marmittoni alle grandi manovre di Marino Girolami (1974), Sturmtruppen di Salvatore Samperi (1976), Kakkientruppen di Marino Girolami (1977) e Riavanti…Marsch di Luciano Salce (1979), nè a un classico della risata come M.A.S.H di Robert Altman (1970).
Già nel 1976 Marco Bellocchio aveva dato una sonora spallata alla credibilità del servizio militare, mettendo in campo il frustrato e nevrotico capitano Asciutto (Franco Nero) che tiranneggiava il povero soldato Passeri (Michele Placido).
Risi prova a riproporre le medesime relazioni perverse che si instaurano tra chi detiene un posto di comando e chi, è costretto, suo malgrado, ad ubbidire e chinare in silenzio la testa, ma il suo film non graffia quanto dovrebbe e non raggiunge le vette toccate da quelle del regista piacentino.
ùSin dalle prime battute, Scanna è descritto come un ragazzo di borgata, testardo e ostinato; non solo cade nella trappola dei “nonni” che non vedono l’ora di punire qualcuno che si ribelli ai loro stupidi soprusi, ma soprattutto, lancia il guanto di sfida a Fili che, detenendo il potere, lo usa in tutti i modi possibili per umiliarlo, provocarlo e tenerlo sulla corda. Il film ha troppi momenti di stanca e ha proprio come limite l’assenza di sottostorie.
Per tutto il film nessun altro personaggio riesce a tener testa ai due protagonisti e assistiamo alla classica parata di reclute, fedele ai classici stereotipi regionali; il sardo isolato e disadattato che fingerà di dar di matto, il toscano Buzzi, capo dei “nonni”, il napoletano divertente e spiritoso, il romano Scanna, coatto e bulletto che tifa la Roma e l’immancabile soldato gay, che dopo aver emulato Madonna, con tanto di trucco e parrucca bionda, dopo aver ballato al ritmo di Papa don’t preach, sarà cacciato via dalla caserma.
Risi, coadiuvato in sede di sceneggiatura da Marco Modugno e Stefano Sudriè e dalla collaborazione di Furio Scarpelli, nel complesso, si limita a proporre lo sterile braccio di ferro tra Scanna e Fili.
A non far decollare il film è che l’accanimento di quest’ultimo, nei confronti della giovane recluta che, per essere credibile, avrebbe dovuto raggiungere un tasso di crudeltà tale da portare lo spettatore ad odiarlo.
Invece, fin dalle prime battute, si intuisce che Fili è un povero diavolo; solo, senza amici, con un matrimonio che traballa, ha puntato tutta la vita in una promozione che, probabilmente, non gli avrebbe neppure cambiato la vita.
Nel corso del film non possono mancare le concitate esercitazioni, dei siparietti che scatenano qualche risata e gli immancabili disservizi (i soldati possono finalmente fare una doccia solo sul finale del film perché il bagno era sprovvisto d’acqua).
Da questa galleria di luoghi comuni mancano solo le battuta sul rancio, le foto di starlette nude incollate negli armadietti e qualche commento sessista.
Ma a ben vedere, più che sottolineare i limiti del film di Risi, occorre ricordare che, fortunatamente, l’Italia non è un paese colonialista e guerrafondaio come gli USA e ciò spiega perché mai il filone militaresco non ha mai attecchito nell’immaginario dello spettatore italico.
Da ciò ne discende che Fili sembra solo una pallida copia del maggiore Hartman di Full metal jacket di Stanley Kubrick (1987) e che il frettoloso e confusivo finale, che vede le reclute partire per una missione di guerra la notte prima del loro congedo, è troppo forzato e non sta in piedi.
Nonostante Dapporto se la cavi con mestiere, non è credibile nei panni del cattivo e Amendola ha per tutto il film stampato in faccia sempre la medesima “faccia da schiaffi” che finisce per indispettire chi è in sala. In apertura e in chiusura la canzone Soldati, cantata da Umberto Smaila. Tra i brani Tu vuoi l’America e Ok Italia cantate da Edoardo Bennato, Gente di mare da Umberto Tozzi e Raf e I wanna dance with somebody da Whithney Houston. Manuel De Sica compone la colonna sonora che accompagna le immagini, ma non le rinforza.
Recensione pubblicata sul volume “Il cinema di Marco Risi” di Davide Magnisi e Lorenzo Procacci Leone, Edito da Il Foglio Letterario – 2024
Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.