Chi ha sceneggiato e prodotto “Giovannona coscialunga disonorata con onore”, “Quel gran pezzo della Ubalda tutta nuda e tutta calda” e “L’allenatore nel pallone”? Il napoletano Luciano Martino, la cui figura è stata rispolverata nel recente documentario “Spaghetti alla Martino” di Daniele Ceccarini e Francesco Massara. Nipote del salernitano Gennaro Righelli, regista de “La canzone dell’amore”, primo film sonoro italiano, Martino, dopo aver mosso i primi passi come sceneggiatore nel 1955 con “La donna più bella del mondo” (sulla vita di Lina Cavaliere, regina del cafè chantant, divenuta famosissima per le sue esibizioni al Salone Margherita di Napoli), e dei successivi “Ricordati di Napoli”, interpretato da Aurelio Fierro e Dolores Palumbo, e “Chi si ferma è perduto” (1960) con Totò e Peppino De Filippo, dopo altri script di scarso valore, dirige dei b-movie con lo pseudonimo Mario Donan. Negli anni Settanta abbandona la carriera di soggettista e sceneggiatore e diventa uno dei produttori di maggior successo del cinema di genere. Grazie al fratello Sergio, in sede di regia, e alle abbondanti curve di Edwige Fenech, la sua partner di allora, sbanca al botteghino con pellicole divenute di culto, confermando la genialità artigianale del suo cinema. Tra le altre pellicole da lui prodotte vanno segnalate quelle autoriali (“I cammelli” di Giuseppe Bertolucci, “Lo zio indegno” di Brusati, “Segreto di Stato” di Ferrara), gli psicho-thriller (”Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave”, “Tutti i colori del buio!”), .le “commedie calcistiche” (“Il tifoso, l’arbitro e il calciatore”, “Paulo Roberto Cotechino centravanti di sfondamento”) e sopratutto le “commedie sexy”, interpretate non solo dalla Fenech ma da Barbara Bouchet, Gloria Guida, Lilli Carati, Serena Grandi e Annamaria Rizzoli, affiancate dagli irresistibili Lino Banfi, Alvaro Vitali, Renzo Montagnani e da numerosi caratteristi napoletani; Enzo Cannavale, Carlo e Aldo Giuffré e Giacomo Rizzo. A confermare le redici partenopee di Luciano Martino la produzione del poliziottesco “(Napoli si ribella) e del suo ultimo soggetto “Napoletans” del 2011, diretto e interpretato da Maurizio Casagrande.
Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno 24.3. 2020
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