Ci vuole tanta sensibilità nel dar voce alle sofferenze di una giovane donna, madre di una bambina di pochi mesi, giornalista apprezzata per i suoi articoli sull’arte, che, soffocata dal mal di vivere, riesce a sopravvivere, dopo essersi lanciata dal quarto piano. Ci vuole tanto coraggio nel mettersi a nudo, rivelare le proprie fragilità e regalare a un regista filmati di famiglia, foto intime e private. In Svegliami a mezzanotte, doc, poetico e toccante, Francesco Patierno mescola il tutto con del materiale di repertorio, tratto dall’Istituto Luce, e lascia che la voce narrante di Eva Padoan, racconti con pudore, e in punta di piedi, la vita della protagonista, Fuani Marino che, grazie ad una narrazione, mai lacrimevole, più che lanciare un grido di dolore, dichiara, in maniera disarmante come sia possibile non poter fronteggiare un persecutore interno che ti divora e ti spinge a vivere, quotidianamente, tra fantasmi e incertezze. Il titolo rimanda a una frase che pronuncia la protagonista nelle ultime battute del doc.
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