Mac Sledge (Robert Duvall), celebre cantautore di musica “country”, è perennemente ubriaco. La moglie Dixie (Betty Buckley), cantante che ha raggiunto notorietà e successo, interpretando i suoi brani, stufa dei suoi comportamenti violenti, chiede la separazione ed ottiene l’affidamento dalla piccola Sue Anne. Passano gli anni e Mac è in uno sperduto motel di una piccola cittadina del Texas.
Ripresosi dall’ennesima sbronza e senza un dollaro in tasca, chiede alla dolce Rosa Lee (Tess Harper), proprietaria del motel e della stazione di servizio, di poter restare, in cambio di piccoli lavoretti e dell’impegno di rifornire di benzina le auto degli automobilisti di passaggio. Rosa Lee è vedova e madre del tenero Sonny (Allan Hubbard), una ragazzino taciturno, che non ha mai conosciuto il padre, morto giovanissimo in Vietnam. Mac e Rosa Lee legano quasi subito e, nel giro di poco tempo, si sposano.
La vita scorre serena fino a quando Dixie non arriva in città assieme a Sue Anne (Ellen Barkin), ormai diciottenne e che non vede il padre da anni. Mac non beve ormai da tempo e compone di tanto in tanto qualche brano. Ma il destino ci mette lo zampino..
Il regista australiano (Crimini del cuore, A spasso con Daisy, Rosso d’autunno…) dirige un film che, come un lungo fiume tranquillo, procede senza grossi sbalzi, fino al tragico epilogo. Sulla scena il classico musicista ubriacone, che, a sorsi di whiskey, dissipa il proprio matrimonio e il rapporto con l’amata figlioletta, mandando all’aria fama e successo. A fargli da controaltare la dolce Rosa Lee, fervente cattolica, che canta nel coro della chiesa e, dopo aver accolto Mac, attende pazientemente che esca dal tunnel dell’alcol.
L’ingresso in campo di Dixie e di Sue Anne sembra dare una svolta alla vicenda, ma ciononostante la loro presenza non imprime l’accelerazione tanto attesa. Ben presto, infatti, la trama si adagia sui ritmi iniziali, anche se (per fortuna) i brani musicali nella seconda parte, prendono il sopravvento.
Il regista non punta allo scavo psicologico dei protagonisti ma i tormenti di Rosa Lee, vedova giovane e infelice e di Sue Anne, vissuta anni senza il padre, seppur accennati, pesano come un macigno.
Curiosità: Duvall è l’autore delle canzoni che interpreta. Premio Oscar (1983) Miglior sceneggiatura originale (Horton Foote) e miglior attore (Robert Duvall).
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana
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