Terapia di gruppo (Beyond therapy) di Robert Altman – USA – 1986 – Durata 102’

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Il bisessuale Bruce (Jeff  Goldblum) grazie ad un annuncio sul New York Magazine incontra Prudence (Julie Hagerty) una bionda evanescente e nevrotica. I due si danno appuntamento al ristorante Bouchons ed iniziano a familiarizzare ma ben presto, per una banalità, iniziano a litigare. Si scopre che lei è in trattamento dal dottor Stuart Framingham (Tom Conti) uno psicoanalista con uno strano accento germanico e lui dalla dottoressa Wallace (Glenda Jackson) una donna di mezza età, madre di un cameriere gay fragile ed insicuro. Il film si chiude dopo una girandola di colpi di scena. Partendo dall’assunto che il mondo è popolato da inguaribili nevrotici, siano essi pazienti o analisti, Altman dirige un altra delle sue insulse commedie e dimostra, ancora una volta, come sia possibile sciorinare parole su parole senza dir niente. Il dottore Framingham è più nevrotico dei pazienti che ha in cura, soffre di eiaculazione precoce e, professionalmente, non vale una cicca. A Prudence, con la quale ha avuto una relazione sessuale, confida: “Master e Jones sono superati come Sigmund Freud”. La dottoressa Wallace, dal canto suo, parla incespicando nelle parole e quando si presenta da lei Bob (Christopher Guest) amante di Bruce, si lancia in uno smaccato attacco contro gli omosessuali. Ma quando lui le confessa che è alla ricerca di un affittuario, non esita a proporgli di prendere con se suo figlio. Da una pièce teatrale di Christopher Durang..Da evitare.