Siamo nel 1965. Jim Morrison (Val Kilmer), assieme al chitarrista Robby Krieger (Frank Whaley), al tastierista Ray Manzarek (Mark Moses) ed al batterista John Densmore, forma il gruppo rock “The doors”. Eccentrico, magnetico e visionario Jim, cantante e leader del gruppo, attira immediatamente le attenzioni delle teen-agers americane che impazziscono per lui ed il loro brano Light My Fire, schizza, in un lampo, in testa alle classifiche.
Ex studente di cinematografia in California, amante delle poesie di William Blake e di tutto ciò che rimanda al mistico ed al sovrannaturale, Jim nel corso delle interviste con la stampa specializzata, racconta di essere la reincarnazione di uno sciamano e di avere avuto questa rivelazione, dopo un evento traumatico accorso a lui ed ai suoi genitori.
Assieme agli inseparabili componenti della band non disdegna, di assumere peyote, acidi ed ogni altri tipi di droghe. Anche se fa coppia fissa con Pamela (Meg Ryan), Jim non disdegna di correre dietro le gonnelle e la tradisce, spudoratamente, con le sue fan.
Sempre più sotto effetto di droghe e di alcol, salta le prove, arriva in ritardo ai concerti ed in un crescendo sempre più provocatorio, non solo lancia invettive dal palco ma, durante un concerto, mostra il pene in pubblico. Denunciato e condannato a diversi mesi, vola a Parigi, ma il suo fisico sembra ormai completamente minato…
Con questo kolossal costato una fortuna, il grande Oliver Stone (Platoon, Wall street, Nato il 4 luglio, JFK Un caso ancora aperto, Assassini nati Ogni maledetta domenica…) fotografa alla perfezione gli anni a cavallo tra la metà degli anni Sessanta e Settanta e, senza scadere nel celebrativo, rende omaggio ad una delle icone della cultura giovanile degli anni Sessanta.
Più che sottolineare l’assunzione di acidi e di peyote come spia dell’auto-distruttività e dell’irresistibile attrazione nei confronti della morte, Stone descrive il protagonista come un individuo desideroso di superare ogni limite, sia nella musica che nella vita ed alla perenne ricerca di nuove esperienze per poter superare, come professava al tempo Aldous Huxley, le “porte della percezione”.
Eccentrico istrione, per tutto il film, Jim dissipa la propria vita tra un’avventura sentimentale e l’altra, sbandierando ai quattro venti le sue strampalate teorie mistiche, legate al soprannaturale. Sullo schermo si vedono sfilare le icone pop di quegli anni, da Andy Wahrol a Nico e, per la prima volta in un piccolissimo cameo, compare anche la pop star Billy Idol. Val Kilmer, assai somigliante fisicamente a Jim Morrison, offre il meglio di sé.
Curiosità: dopo aver visionato centinaia d’interviste, Stone si è avvalso come consulenti di John Densmore e di Robby Kreiger, due componenti dei Doors.
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana.
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