La ventenne Mann (Angelica Lee) cieca dall’età di due anni riacquista la vista grazie ad un trapianto di cornee ricevuto dalla giovane Ling. Il suo vocabolario visivo è molto povero e la sua riabilitazione è affidata al dottor Wah (Lawrence Chou), un giovane psicoterapeuta. Mann inizia ad essere assalita dalla perturbante visione di anime morte e di persone defunte a lei sconosciute. Terrorizzata, ne parla a Wah che è convinto che lei sia affetta da allucinazioni. Mann decide di andare nel villaggio dove viveva la sua donatrice di cornee e scopre una verità carica di mistero; sin da piccola, Ling era dotata di poteri straordinari di preveggenza ma era sempre stata accusata dagli abitanti del villaggio di essere una strega; stanca di essere maltrattata ed allontanata dai coetanei, si era poi impiccata per non aver salvato gli abitanti del villaggio da una spaventosa sciagura. Recuperata questa traccia del passato Mann sembra rassicurata ed i fantasmi ricacciati nel dimenticatoio. Mentre è imbottigliata nel traffico vede, però, sfilare al suo fianco una moltitudine di cadaveri ed intuisce solo allora che anche lei è dotata dei poteri di preveggenza. Una tragedia è nell’aria. Riuscirà ad evitarla?
Ghost-story che affascina per la prima mezz’ora ma poi si snoda secondo un copione ripetitivo che prevede le scontate apparizioni dei defunti, morti in circostanze violente, che cercano, disperatamente, di comunicare alla giovane protagonista qualcosa. I registi ci regalano qualche preziosismo visivo e le toccanti apparizioni/sparizioni di un bambino che si era suicidato, un tempo, lanciandosi nel vuoto. Il film non offre immagini da cardiopalma ma ri/propone l’affascinante tema della complessità della visione e dello sguardo. In questo viaggio metaforico sulla cecità lo spettatore s’imbatte ogni tanto in qualche scena da brivido: su tutte quelle di Mann che si guarda nello specchio e vede riflessa il volto della sua donatrice di cornee. Il terapeuta è solo una figura di contorno e quando Mann gli rivela di essere vittima di orrende visioni, non può fare a meno di urlargli in faccia: “Lei non mi crede, come può aiutarmi?”.
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