Titicut follies di Frederick Wiseman – USA – 1969 – Durata 124’ – B/N

24 Gennaio 2022 | Di Ignazio Senatore
Titicut follies  di Frederick Wiseman – USA – 1969 – Durata 124’ – B/N
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Documentario girato tra il 22 ed il 29 giugno del 1966, presso il Massachusetts Correctional Institution-Bridgewater, un tetro e squallido manicomio criminale. La vicenda si apre con uno spettacolo musicale messo in piedi dagli stessi pazienti. A spezzare bruscamente questa atmosfera festosa, un colloquio tra uno psichiatra ed un giovane detenuto, recluso perché ha violentato una bambina di undici anni ed ha abusato in passato anche della figlia. Dalla sua storia clinica emerge che era sposato con una bella moglie, che si masturbava anche tre volte al giorno e che aveva avuto in precedenza delle esperienze omosessuali. Successivamente il regista, impietosamente, ci mostra i pazienti obbligati a spogliarsi nudi e ad essere perquisiti dalle zelanti ed efficienti guardie carcerarie. Dopo aver mostrato un folle che blatera da solo, in preda ad un delirio mistico ed un paio di pazienti che discutono tra loro della minaccia della bomba atomica, nella scena successiva, il regista punta la macchina da presa su un paziente che, dopo essersi lamentato della sua cella sporca, è duramente redarguito dai secondini ed abbandonato nudo in una cella. Il documentario si chiude con degli infermieri che introducono un sondino naso-gastrico ad un recluso che si rifiuta di mangiare da tre giorni e con una lunga sequenza di un paziente, in osservazione da un anno e mezzo, che cerca, invano, di convincere la commissione degli psichiatri di non essere folle.

Il documentario, importante per il suo valore storico, è uno spietato atto d’accusa contro i metodi duri e disumanizzanti con cui erano trattati al tempo i reclusi nel manicomio criminale del Massachussets. Stilisticamente è molto povero ed eccessivamente slegato e frammentato ma il regista, volutamente ed in maniera fredda e quasi impersonale, si limita a filmare quello che accade negli spogli e disadorni stanzoni del manicomio. Le scene della festa che aprono e chiudono la vicenda fanno da stridente controltare allo squallore della condizione nella quale versano i detenuti. Sul documentario pesò il divieto imposto dal Commonwealth of Massachussets che ne proibì la proiezione in pubblico fino al 1991.

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