Tre colori – Film Blu (Trois couleurs: Bleu) di Krzysztof Kieslowski – Francia – 1993 – Durata100’

22 Aprile 2020 | Di Ignazio Senatore
Tre colori – Film Blu (Trois couleurs: Bleu) di Krzysztof Kieslowski – Francia – 1993 –  Durata100’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Dopo aver perso per un incidente d’auto il marito Patrice, compositore di successo e la sua unica figlia, Julie (Juliette Binoche) entra in uno stato di profonda disperazione, tagliati i ponti con il passato si trasferisce in un appartamento più piccolo a Parigi. Mentre è impegnata ad elaborare il lutto per la perdita dei familiari scopre che il marito la tradiva da anni con un’affascinante avvocato, in dolce attesa. Alla disperata ricerca di se stessa va a trovare la madre (Emmanuelle Riva) ormai indementita, ricoverata in una casa di riposo per anziani che non la riconosce e la scambia per una fantomatica Marie France. Julie si concede ad un’avventura con Olivier (Benoît Régent) il più fidato collaboratore di Patrice e completa il “Concerto per l’Europa” una partitura incompiuta del marito, dedicata all’Europa unita.

Primo film della trilogia sui colori della bandiera francese (blu è eguale alla libertà). La vicenda è volutamente scarna e dopo l’incidente mortale dei suoi cari, Julie si, aggira sullo schermo, smarrita e spaesata. Mentre è ricoverata in ospedale tenta il suicidio, ingerendo dei farmaci ma poi li sputa e, dopo essersi guardata allo specchio, ad un’infermiera, con un filo di voce, dice: “Non posso, non ne sono capace.” Come piccoli rimandi al titolo del film, il regista lascia che diverse scene siano solcate dalle calde tonalità del blu ed inframmezza la vicenda con sei dissolvenze che virano nel nero, punteggiate da una vibrante colonna sonora come sottofondo. Questi silenzi visivi compaiono nel corso della visione del film ogni qual volta la protagonista si trova, per via associativa, a fare i conti con il doloroso passato e, con questo artificio stilistico, il regista sembra ricordarci che nessuna immagine può filmare un dolore così cieco, come quello legato alla morte di un familiare. Kieslowski fa un grande uso di primi piani; peccato per il finale un po’ troppo retorico che riprende una lettera di San Paolo ai Corinti. Leone d’oro a Venezia ex aequo con America oggi di Robert Altman. Coppa Volpi a Juliette Binoche (1993)..

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