Trent’anni fa “Il postino” di Michael Radford, ultimo film di Massimo Troisi

1 Giugno 2024 | Di Ignazio Senatore

Ho incontrato Michael Radford, regista de Il postino” più volte. Ogni volta la commozione cresceva perché, come è noto, Massimo Troisi morì prima del termine delle riprese.

In un’intervista Radford mi disse:

Massimo mi aveva scelto perché Another time, another place, che avevo diretto nell’83, era il suo film preferito. Da allora cenavamo insieme quando ci incontravamo a Roma o a Londra. Dopo aver messo a punto il progetto del film, iniziammo le riprese. Lui stava male e fermammo la produzione dopo soli tre giorni. Lui ci teneva molto a fare il film, mi telefonò e mi chiese cosa ne pensavo di quello che avevamo girato. Gli dissi la verità, che era stato meraviglioso, e lui decise di continuare. Negli ultimi giorni di lavorazione, per non affaticarlo, gli chiesi di recitare alcune battute del copione e nessun critico si è mai accorto che avevo sfruttato lo stesso primo piano del suo volto per diverse scene. Ricordo ancora oggi l’amaro commento di Philippe Noiret che, alla notizia della sua morte, mi disse, piangendo: “Tutto quello per un film?” Ripensare alla nostra scelta di allora? Sarebbe troppo penoso per me.

La trama del film è nota.

Accusato di essere comunista, il poeta cileno Pablo Neruda (Philippe Noiret), in esilio,  giunge nel 1952, in un’isola del sud d’Italia, in compagnia della moglie Matilde (Anna Bonaiuto). Mario (Massimo Troisi) accetta l’incarico di consegnargli la posta e, affascinato dalla personalità del poeta, inizia a leggere le sue opere.

Vincendo la propria timidezza, Mario chiede a Neruda il segreto per comporre versi. Tra i due nasce una sincera amicizia e, quando Mario s’innamora della bellissima Beatrice (Maria Grazia Cucinotta), il poeta lo spinge ad aprire il suo cuore e a comporre dei versi per conquistare l’amata.

Neruda accetta di fare da testimone al loro matrimonio ma, non appena gli è revocato l’esilio, abbandona l’isola e promette a Mario di rimanere in contatto con lui. Ospite d’intellettuali e scrittori di mezz’Europa, Neruda dimentica la promessa fatta e quando anni dopo ritorna nell’isola…

Michael Radford compone un capolavoro, che trae ispirazione dal romanzo Il postino di Neruda del cileno Antonio Skàrmeta. In questo film magico, girato tra Procida e Salina, il regista britannico mette al centro della narrazione la salda e sincera amicizia tra il famoso poeta cileno e Mario, un ingenuo e timido figlio di pescatore che, grazie alla presenza di Neruda sull’isola, scopre la propria anima poetica.

Un film che sottolinea come, se attinge alle proprie emozioni più profonde, chiunque può comporre versi. In questa sorta di percorso di formazione (letteraria) Mario acquistata sempre più fiducia nella propria capacità creative e, con le sue poesie, semplici, ma appassionate, conquista il cuore dell’amata.

Radford inserisce degli inserti in bianco e nero che riproducono i cinegiornali dell’epoca e avvolge la pellicola con le struggenti note composte da Luis Bacalov.

Articolo pubblicato sulla Rivista Il Corace – Giugno 2024

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