Turner di Mike Leigh – G.B – 2014 – Durata 150’

2 Ottobre 2024 | Di Ignazio Senatore

Londra. Il celebre pittore inglese J.M.W. Turner (Timothy Spall), di ritorno da Amsterdam dove si è inebriato alla vista dei quadri di Rubens e Rembrandt, riprende con lena a dipingere gli amati paesaggi, anche grazie all’instancabile aiuto dell’anziano padre William (Paul Jesson).

Dopo la morte del genitore, seppur amato dalla devota governante Hannah (Dorothy Atkinson), costretta, suo malgrado, a soddisfare le sue voglie sessuali, Turner va a vivere a Margate, in una pensione che s’affaccia sul mare, dove, spacciandosi per un ufficiale cancelliere, si lega alla vedova Booth (Marion Bailey).

In quel luogo lontano dai clamori londinesi, Turner fa lunghe passeggiate, preferibilmente, all’alba e al tramonto, alla ricerca dell’ispirazione per i suoi quadri.

Popolare in tutta la nazione, apprezzato dai critici, non esula di mettere in atto dei comportamenti bizzarri ed obbliga dei marinai di legarlo all’albero maestro di una nave, durante una tempesta, per poter imprimerla maggiormente nei propri occhi.

Dopo una bizzarra esibizione nella Royal Academy of Arts, di cui è membro, dove “oltraggia” alcuni dipinti dei colleghi, imbrattandoli con dei colori, si ammala.

Quando il signor Gillot (Peter Wight), si offre di comprare i suoi quadri per una cifra enorme, lui rifiuta, perché ha deciso di donare le sue opere alla nazione britannica perché possano essere esposte, tutte insieme, in un luogo unico, visibili, gratis, dal pubblico…

Biopic dedicato a uno dei più grandi pittori inglesi, esponente di spicco del movimento romantico dell’Ottocento, celebre per l’uso della luce, per le marine e i naufragi delle navi sconquassate dal mare in tempesta.

Sin dalle prime battute s’intuisce che il visionario Leigh (Dolce è la vita, Segreti e bugie, Tutto o niente, Il segreto di Vera Drake…) è più interessato all’uomo che all’artista e nel presentarlo ormai più che cinquantenne e già al culmine del successo, lo descrive come un orso scorbutico, solitario e chiuso in se stesso, che ama frequentare sia l’aristocrazia londinese che i bordelli della città.

Separato della bisbetica Sarh, donna che gli ha dato due figlie, è irresistibilmente, attratto dalla scienza e dalle innovazioni del tempo, come la neonata fotografia.

Leigh s’affida ad una narrazione classica che procede senza grosse accelerazioni ed è attento alla ricostruzione minuziosa dell’epoca, ma il film, che si sarebbe giovato di un robusto taglio in sede di montaggio, risulta, nel complesso, un po’ calligrafico e convenzionale.

Timothy Spall premiato meritatamente con la Palma di migliore attore al Festival di Cannes.

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