Un omicidio perfetto a termini di legge di Tonino Ricci – 1971

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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L’ingegnere Marco Breda (Philippe Leroy), un campione di off-shore, è felicemente sposato con Monica (Elga Andersen). Nel corso di una gara il suo motoscafo viene sabotato e a seguito dell’incidente è ricoverato d’urgenza in ospedale. Per non perdere definitivamente la memoria Marco è sottoposto a un intervento molto delicato che però lo espone al rischio della pazzia se dovesse far fronte, in tempi brevi, a eventi stressanti. Non appena ritorna a casa Marco è colto da una allucinazione ricorrente: un uomo cade da un ramo e precipita nel vuoto. Scoprirà che la persona che popolava i suoi incubi era Sante Foschi (Franco Balducci), un giardiniere alle sue dipendenze, vittima di un misterioso incidente e con un torbido passato alle spalle. Tommy Brown, un amico di Marco, Sante e sua madre vengono uccisi in rapida successione e tutti questi eventi minano l’equilibrio psicologico di Marco. L’uomo cerca di consolarsi tra le braccia di Terry (Rossana Yanni) ma Monica s’ingelosisce e nel corso di un furibondo litigio con la rivale, è uccisa da un colpo di pistola. Terry convince Marco a sbarazzarsi del cadavere, ma quando Monica rispunta dal nulla, sconvolto, Marco si lancia nel vuoto. Solo allora si scopre che Monica, con la complicità di Burt (Ivan Rassimov) il suo amante, aveva ordito tutta la messinscena per far impazzire Marco e impossessarsi dei suoi beni. Dopo una serie di colpi di scena, si giungerà al prevedibile  finale.

Giallo senza troppe pretese che ruota intorno a una trama non molto originale ma che finalmente inverte il classico cliché del marito che vuole fare impazzire la moglie per intascare i suoi soldi. Il regista compone un’opera dignitosa che procede senza grossi intoppi, ma che non regala molte emozioni fino al finale dove ricompare Marco che, seppur con la mente annebbiata dalla follia, smaschera la perfida moglie, vittima a sua volta di Terry e del suo amante.