Un sogno per domani (Pay it forward) di Mimi Leder – USA – 2000 – Durata 123’

21 Gennaio 2020 | Di Ignazio Senatore

Trevor (Kevin Spacey) è un professore sensibile, intelligente e fuori dall’ordinario. Nel corso della prima lezione agli studenti di seconda media affida loro un tema “Pensa a un modo per cambiare il mondo e mettilo in pratica” La maggioranza degli allievi, dopo averci scherzato un po’ su, gli risponde con delle frasi di circostanza ma Leslie Dixon (Haley Joel Osment), un ragazzino di undici anni, acuto e dotato di un’estrema sensibilità, ci pensa un po’ su e propone una semplice ricetta; senza richiedere in cambio una ricompensa basta mostrarsi generosi nei confronti di tre persone che a loro volta dovranno restituire il favore ad altre tre. Per mettere in pratica la sua teoria a cui ha dato il nome di “Passa il favore”, Leslie accoglie e rifocilla nel garage di casa un barbone tossicodipendente. Sua madre Arlene (Helene Hunt), una donna con il vizietto del bere, costretta a sbarcare il lunario come cameriera in un locale di striptease, scopre lo sconosciuto e lo caccia su due piedi. Ma la catena si è messa in moto ed il barbone, per restituire il favore ricevuto da Leslie, salva una donna che stava per suicidarsi. Convinto che sia possibile alleviare le sofferenze del prossimo, Leslie fa incontrare la madre con Trevor ed i due, dopo alcune difficoltà, finiscono per innamorarsi. Intanto il “passa il favore” si spande a macchia d’olio fino a coinvolgere Chris Chandler (Jay Mohr), un giovane giornalista che decide di scoprire l’identità di chi ha ideato questa originale forma di solidarietà. Dopo qualche ricerca riesce a risalire a Leslie e lo intervista. Ma il destino è dietro l’angolo e Leslie ci lascerà le penne.

Con questa favola sulla fratellanza laica, non scevro, in alcuni momenti, di un eccesso di sentimentalismo, Leder cattura lo spettatore che non può non essere rapito dal fascino di Leslie, un ragazzino dal cuore d’oro che, senza enfasi o proclami, suggerisce una semplice e disinteressata ricetta per cambiare il mondo. Il regista ambienta la vicenda in una Las Vegas non luccicante, pacchiana e ricca di lustrini, punta più al testo che alla forma visiva e contrappone al faccino pulito del piccolo protagonista quello sfigurato e pieno di cicatrici di Trevor, vittima di un padre ubriaco che gli aveva dato fuoco con una lattina di benzina. Non meno fortunato di lui l’inquieta Arlene che, nel corso del film, chiude il difficile rapporto che aveva con Ricky (Jon Bon Jovi) il suo ex marito rissoso e violento, fa i conti con un trauma del passato rimosso (era stata abusata da piccola) e recupera il rapporto sfilacciato con la madre Grace (Angie Dickinson), una vecchia alcolizzata che vive per strada come una barbona. Peccato per il finale troppo strappalacrime e pasticciato in salsa catto-religiosa. Da un romanzo di Catherine Ryan Hide. Kevin Spacey monumentale come sempre è affiancato da un travolgente Haley Joel Osment.

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