Antonio (Antonio Albanese) e Beatrice (Valeria Milillo) sono in attesa del loro primo figlio. Lei ha voglia di sottaceti e, per esaudire il suo desiderio, Antonio si precipita in un supermercato dove è colpito accidentalmente in testa da un enorme scatolone; a seguito del trauma, perde la memoria e si allontana dal negozio vagando senza meta per la città.
Ritorna a casa cinque anni dopo, come se nulla fosse successo, con il barattolo di sottaceti sotto il braccio e scopre che la moglie convive con Goffredo (Antonio Petrocelli) e la figlia Tonina Sara Articoli), una bambina vispa e graziosa. Beatrice è convinta che Antonio l’abbia piantata in asso di sua volontà e non ha nessuna intenzione di perdonarlo. Dopo qualche tempo, avendo compreso che Antonio non recupererà mai più la memoria, l’accoglie nuovamente in casa.
Favola tenera e deliziosa che utilizza il tema dell’amnesia solo come espediente narrativo che generi una serie di colpi di scena a cascata. La pellicola è deliziosa ma in mancanza di una vera e propria trama si nutre della comicità surreale di Albanese che, sommerso da tic e da smorfie, propone senza sosta i suoi monologhi demenziali: Per tutto il film Antonio non ricorderà né l’incidente di cui è stato vittima, né comprenderà quanto gli è successo ma potrà circondarsi dell’affetto dei propri cari.
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