Nanni (Nino Manfredi) è un pubblicitario, costretto per la sua professione a stare a stretto contatto con modelle, più nude che vestite. Una sera, dopo una défaillance sessuale, accende il televisore e scopre che l’annunciatrice, dopo aver dato la buonanotte ai telespettatori, si scopre i seni. Il giorno seguente non solo è sorpreso che nessun quotidiano abbia dato risalto alla notizia, ma è certo di aver visto una donna nuda nella vasca da bagno del suo ufficio. Resosi conto che queste visioni sono solo il frutto della sua mente malata, consulta Federico (Umberto D’Orsi), un amico dottore, che lo rassicura. Sommerso sempre più da queste allucinazioni decide di ricoverarsi in una lussuosissima clinica in Svizzera. Una volta dimesso, non vedrà più donne, ma uomini nudi.
Come molte commedie all’italiana del tempo, il film è strutturato a episodi e questo, ultimo di sette, fornisce il titolo al film. Con tocco leggero e divertente, Risi ironizza sui possibili rischi psicologici conseguenti una prolungata sovraesposizione erotica e ci mostra come Nanni, giorno dopo giorno, sia risucchiato nel vortice della sua bizzarra malattia. A nulla serviranno le rassicurazioni di Federico: “La tua è una forma di allucinosi. Con tutto questo bombardamento di nudo che ci è piovuto addosso e soprattutto tu, con la tua professione, è un’intossicazione di natura sessuale. Fossi in te non mi lamenterei. Pensa agli alcolizzati che vedono topi e pipistrelli. (…) Il tuo cervello scatta come una macchina impazzita”. Esilaranti le scenette che ci mostrano la cura cui Nanni è sottoposto nell’elegantissima clinica privata. Rispettando il principio delle associazioni libere, deve commentare una serie di diapositive che un professore, dallo smaccato accento tedesco, gli mostra in rapida successione: scambierà due struzzi per le gemelle Kessler, una matita per un’anoressica e due bottiglie per due donne nude con un tappo in testa. A completare il trattamento, una sorta di filastrocca desensibilizzante che serve a correggere le sue associazioni erotomaniche: tetto/tetta, gambo/gambe, obelisco/ombelico. Risi ci mostra inoltre le prove del progressivo miglioramento del paziente: al suo ingresso in clinica allucina un’infermeria completamente nuda, durante il ricovero con indosso la biancheria intima e alla dimissione con il camice.
Per i rimandi filmografici, le schede film ed un esaustivo approfondimento sul tema si rimanda ai volumi “Cinema Mente e Corpo” e “Cinema (italiano) e psichiatria” di Ignazio Senatore – Zephyro Edizioni.
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