Venerdì Repubblica 18-6 -2010: Twilight III Il ritorno del vampiro sexy e casto.”

29 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Venerdì Repubblica 18-6 -2010: Twilight III Il ritorno del vampiro sexy e casto.”
Interviste a Senatore
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“Twilight III: Il ritorno del vampiro sexy e casto”  di Claudia Arletti – Il Venerdì di Repubblica 18-6 -2010

Lui, un James Dean dei giorni nostri, un emo boy bello e dannato. Lei, una teenager carina ma non troppo, che custodisce in cuore il sogno di «un mondo diverso». Aggiungiamoci un po’ di mistero, togliamo il sesso ma amplifichiamo il desiderio, spargiamo qua e là un pizzico di effetti speciali, et voilà, la macchina numero tre targata Twilight è pronta a ripartire: arriva nelle sale il 30 giugno Eclipse, terzo episodio della saga vampiresca tratta dai bestseller dell’americana Stephenie Meyer, e anche questa volta si presenta come «un’operazione semplicissima e nello stesso tempo raffinata», come la definisce Ignazio Senatore, docente di Psichiatra all’Università Federico II di Napoli, «dove scendono in campo Cappuccetto Rosso, il giovane Werther e Blade Runner». Con qualche capriola horror in più, probabilmente, vista la passione del regista britannico David Slade
per le scene truculente (30 giorni buio).

Un passo indietro, partiamo dal protagonista maschile, il vampiro ragazzino interpretato da Robert Pattinson. Non è nemmeno bello. Perché ha fatto così presa sulle adolescenti?

«Bello non è, ma di certo è stato scelto con cura. Hanno fatto i provini a cinquemila ragazzini, prima di arrivare a lui. Lo volevano tormentato, però ben pettinato; un solitario dal portamento elegante che ricorda gli emo boy, così pallidi e magri, quasi asessuati, un
tipo capace di portarti, letteralmente, “in un altro mondo”» senza incutere troppa paura».
In effetti, nelle prime due puntate della saga, Twilight e New Moon, il sesso è quasi assente. Faticosamente vediamo sullo schermo qualche bacio. È «l’amore ai tempi dell’Aids», si è detto.

«Errore. Secondo me, il vero sottotitolo è “l’amore ai tempi dell’anoressia”. Il giovane vampiro Edward è anemico e levigato, mi ricorda certe mie giovani pazienti, per le quali una curva sul corpo è un disastro. Ora, semplificando molto, l’anoressia rivela il terrore di entrare nel mondo degli adulti, un balzo che spesso si fa quando si scopre, e si pratica, il sesso. “Restiamo bambine” è il meccanismo celato dal rifiuto del cibo, “teniamoci alla larga dal sesso”. Edward è perfetto, dice persino di essere vegetariano (nei film ha scelto, con tutti i membri della sua famiglia, di nutrirsi “solo” di sangue animale, ndr): è rassicurante, pronto a dare amore, ma in modo controllato, direi pregenitale».

Però, scusi, molti e molte adolescenti al sesso sono più che interessati...

«Ah sì, dai dodici anni in poi se ne sentono di tutti i colori. Ma proprio per questo molti ragazzi, soprattutto ragazze, si aggrappano alla loro giovinezza, temono di perdersi in un mondo adulto che percepiscono corrotto, dove quella del sesso è una frontiera così facilmente valicabile che la vera scommessa consiste nel restare casti. Non a caso, Stephenie Meyer  racconta di avere iniziato a scrivere il primo libro della saga nel 2003, quando ancora l’America faceva i conti con le esortazioni alla castità dell’era Bush. Più tardi si vedrà al cinema Miss Marzo, una commediola americana dove due adolescenti predicano nelle scuole l’astinenza sessuale. Un film sciocco, a tratti volgare, giocato però su una questione centrale».

In definitiva, oggi abbiamo una specie di vampirismo light, spogliato di ogni elemento horror, ben lontano dall’immagine dei non morti che il cinema propone di solito.

«Però nel 1998 arriva Brivido di sangue, dove Jude Law è un vampiro
malinconico e struggente, che alla fine si lascia morire per amore. Il filone dei non morti “con l’anima”, da Twilight a Lasciami entrare, uscito due anni fa, ha ben poco di originale».
Se è per questo, nei libri della Meyers lei ritrova anche Cappuccetto Rosso
.
«E anche la Bella e la Bestia. Un tema chiave è la frase che la protagonista, l’umana interpretata da Kristen Stewart, ripete più volte all’amato edward nel primo film: mi fido di te. Cioè, mi fido a dispetto delle apparenze, sembri un mostro ma sei solo vittima di un brutto incantesimo. Peraltro gli stereotipi non si fermano qui».

Prego. 

«Vuole l’elenco? Rispuntano: il supereroe dotato di poteri
eccezionali, il mito dell’eterna giovinezza, il desiderio di fuga “ai confini della realtà”, la giovinezza tormentata del Werther di Goethe, l’umanità non più umana di Blade Runner…».
Stereotipi che, soprattutto nel caso del primo Twilight, al cinema hanno avuto un grande successo
.

«Ah sì, sono stati abilissimi. La regista Catherine Hardwicke prima aveva girato Thirteen. 13 anni. Sa bene come toccare il cuore degli adolescenti. Poi la saga è passata di mano e, dopo Chris Weitz, oggi tocca a Slade. Ha già firmato un horror vampiresco e ora ha la sua occasione, ma non lo invidio: i teenager si stancano rapidamente dei loro idoli».

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