Yiddish connection di Paul Boujenah – Francia – 1986

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Moshé (Ugo Tognazzi) è titolare di un bar e vorrebbe pagare gli studi ai figli adolescenti; Aaron (Charles Aznavour), rigattiere, avviare un’attività più prestigiosa.

Samy (Charly Chemouny) sogna di diventare un produttore discografico e Zvi (Vincent Lindon), innamorato di Rebecca (Alicia Alonso), vorrebbe sposarla ma, come impone la tradizione ebraica, la sua amata non può convolare a nozze prima di Judith (Caroline Chaniolleau), la sorella maggiore.

Per dare una svolta  definitiva alla loro vita, i quattro amici meditano di mettere in atto un grande colpo e, per realizzarlo, contattano un finto seminarista (André Dussollier), un mago nello scassinare casseforti.

Individuata quella piena zeppa di denaro, collocata nell’ufficio di Franco (Roland Blanche), un tipetto che non è proprio uno stinco di santo, Moshé e soci mettono a segno il colpo.

Ci provano talmente gusto che sono pronti per il prossimo colpo.

Il regista Paul Boujenah s’affida ad un soggetto di Aznavour e di Didier Kaminka e mette in campo la solita “banda del buco” che, contro ogni aspettativa, non solo riesce a compiere il furto del secolo e a farla franca ma, nel divertente finale, è pronto per mettere a segno un altro colpo.

In questo film corale, Tognazzi è un po’ quello che, saggiamente, muove le fila del gruppo, prende il treno per andare a contattare il finto seminarista, è un padre severo che schiaffeggia il figlioletto, scoperto mentre fumava in camera e, in una divertente partita a poker, sbanca gli altri tre amici. 

Per un approfondimento sulla filmografia di Ugo Tognazzi, si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Ugo Tognazzi”, edito da Gremese (2021), corredato da 800 foto, dall’antologia della critica e dai commenti di attori e attrici, e registi che hanno lavorato con lui.