Zona di Guerra (The War Zone) di Tim Roth- G.B – 1998 – Durata 99’

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Una tranquilla famiglia inglese composta da papà (Ray Winstone) madre (Tilda Swinton) dai loro figli adolescenti Tom (Freddie Cunliffe) e Jessie (Lara Belmont) e dalla piccola Alice, l’ultima nata. Le giornate scorrono regolarmente ma un giorno Tom scopre che il padre abusa di Jessie. Confuso e disorientato ne parla alla sorella ma lei nega con forza l’evidenza. Per inchiodare il padre Tom scatta un paio di foto con la sua Polaroid che lo ritraggono in atteggiamento intimo con Jessie ma poi, disgustato le getta via. La piccola Alice è ricoverata in ospedale per un emorragia ai genitali ed allora Tom lascia intuire alla madre la terribile verità. La tragedia è nell’aria e per porre fine alle sofferenze delle sorelle, Tom fredda il padre.

Film ruvido, non solo per l’argomento trattato ma per il suo stile denso ed asciutto e l’ambientazione cupa e disperata. All’esordio dietro la macchina da presa Roth si affida agli sguardi interrogativi di Tom, rabbiosi e sprezzanti del padre, sofferti e dolenti di Jessie, smarriti e persi nel vuoto della madre. I dialoghi scarni, i silenzi. pesanti ed il regista descrive, con poche pennellate lo scompagimento emotivo di Tom che, incredulo e sgomento, assiste silenzioso al perpetuarsi dell’orrore. La tenera ed indifesa Jessie, da canto suo, per non dare un dolore alla madre accetta il proprio doloroso destino, scegliendo la strada della silenziosa passività. Roth descrive la figura del padre come un uomo irascibile e rabbioso che, smascherato dal figlio, non solo non mostra il minimo pentimento ma, dopo aver negato la realtà, passa al contrattacco ed insulta Tom definendolo “bacato”. Ad accrescere il senso di inquietudine della pellicola gli stanzoni vuoti dove avvengono i misfatti, la pioggia battente, ed il mare in tempesta. Dal romanzo omonimo di Alexander.Stuart.