“’O tiempo e l’amicizia”, omaggio a Massimo Troisi di Alessandro Bencivenga

21 Maggio 2020 | Di Ignazio Senatore
“’O tiempo e l’amicizia”, omaggio a Massimo Troisi di Alessandro Bencivenga
Senatore giornalista
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“La vera amicizia resiste al tempo, alla distanza e al silenzio.” Il corto di Alessandro Bencivenga “’O tiempo e l’amicizia”, si apre con questa toccante frase di Isabel Allende e narra, infatti, la sincera amicizia che ha legato Alfredo Cozzolino e Massimo Troisi, La voce narrante di Salvatore Federico ci ricorda che il piccolo Massimo, all’età di cinque anni, si era trasferito con la famiglia a San Giorgio a Cremano, in Via Cavalli di Bronzo al numero 31 e che Alfredo era il vicino di casa. Insieme avevano frequentato lo stesso asilo e percorrevano ogni giorno la stessa strada. Cresciuti, non si erano più persi di vista e senza scadere nel melenso o nella rievocazione nostalgica e strappalacrime, Alfredo rievoca “attimi di un passato mai passato”, perché Massimo è ancora vivo nei suoi ricordi. Su una rete di pescatore, sono distese alcune foto, scattate un tempo con una Polaroid, che mostrano l’attore assieme ad Alfredo, Lello Arena e a tanti altri amici. Alfredo rievoca poi con la memoria il tempo quando Troisi recitava con La Smorfia, nel piccolo teatrino di San Giorgio, e il corto ci regala la voce fuori campo di Massimo che snocciola alcune battute tratte dai suoi sketch più famosi. In un video amatoriale compare Troisi che, con un linguaggio volutamente affettato, finge di essere un nobile eccentrico e prende in giro un ipotetico fratello che lavora nel cinema. Non mancano i momenti comici e il corto mostra un altro video amatoriale dove Troisi, con in mano un tamburello, canta assieme a Massimo Bonetti, accompagnati al piano da Lello Arena, “Guaglione” di Renato Carosone e successivamente quando lo stesso Troisi interpreta, scherzosamente, ‘Na sera ‘e maggio.” Il momento più lirico del corto è però quando Alfredo ricorda, con un pizzico di commozione, quando lui e Massimo furono sorpresi, per la prima volta, nel vedere San Giorgio a Cremano, innevata. Racconta Alfredo; “Insieme iniziammo a contare ad uno ad uno i fiochi di neve per vederli scomparire nelle mani e con il capo all’insù, alla ricerca di quell’unico fiocco che sarebbe caduto nella bocca.”

Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno 16.5.2020

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