Aspromonte di Mimmo Calopresti – Italia – 2020

31 Ottobre 2020 | Di Ignazio Senatore

“Bisogna andare dove ti portano le storie”, diceva un tempo Peppuccio Tornatore. E Mimmo Calopresti, dando ascolto alle proprie origini calabresi, rispolvera quella degli abitanti del paesino Africo, dell’Aspromonte che, nel 1951, stanchi di essere trattati come “ultimi” (da qui il richiamo nel titolo del film), dopo la morte di una donna di parto, esasperati perché lo Stato non forniva loro neanche lo straccio di un medico condotto, capeggiati da Peppe (Francesco Colella), decidono di costruire una strada che collega il paesino alla Marina. Devono però fronteggiare Totò (Sergio Rubini), un delinquente locale e l’ottusità e l’ignavia di prefetto e dei carabinieri locali. Calopresti sposa un tocco neorealistico e impagina un film militante, sincero e commovente, che ci ricorda con quanta dignità gli abitanti del Sud hanno lottato per sopravvivere alla miseria e all’assenza dello Stato. Perfetti i costumi e la ricostruzione degli ambienti. Nel cast Valeria Bruni Tedeschi, una smarrita maestra delle elementari comasca, un convincente Marco Leonardi e Marcello Fanti in quelli di un poeta, considerato lo scemo del villaggio. Ispirato al romanzo “Via dall’Aspromonte” di Pietro Criaco.

Recensione pubblicata sulla Rivista Segnocinema N. 225 – Settembre- Ottobre 2020

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