“Il mio amico Massimo” di Alessandro Bencivenga

15 Dicembre 2022 | Di Ignazio Senatore
“Il mio amico Massimo” di Alessandro Bencivenga
Senatore giornalista
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“Non ho mai conosciuto Massimo. Quando è morto avevo venti anni, ma sono un troisiano da sempre”, dice anche Alessandro Bencivenga, regista del docufilm “Il mio amico Massimo”, da oggi nelle sale fino al 21 dicembre. “Il primo film che ho visto è stato “Ricomincio da tre” e sono stato travolto dal suo mondo. Grazie a0 quel film ho iniziato a interessarmi al cinema e ho studiato recitazione ma poi ho compreso che il mio posto era quello dietro la macchina da presa. Troisi è un regista che mi ha sempre attratto per il suo modo di raccontare, ordinato e preciso e lo considero il mio Nume tutelare. Per rendergli omaggio ho conosciuto man mano i suoi amici e tutto questo mi ha fatto sentire un privilegiato.”

Nel docufilm sfilano, infatti, gli amici di sempre di Troisi; Lello Arena (che funge anche da voce narrante assieme all’attrice Cloris Brosca) Carlo Verdone, Nino Frassica, Clarissa Burt, Pippo Baudo, Renzo Arbore, Maria Grazia Cucinotta e Gerardo Ferrara, il sosia di Trosi ne “Il Postino”, diretto da Michael Radford, nel 1994 e vincitore del premio Oscar per la miglior colonna sonora di Luis Bacalov e Sergio Endrigo. Un docufilm che non contiene scene tratte dai suoi film ma che attinge a dei materiali inediti di repertorio degli archivi dell’Istituto Luce, e tra questi il backstage de “Le vie del Signore sono finite”, diretto da Troisi nel 1987.

“Una delle persone che mi è stata molto accanto in questa lunga lavorazione è stato Lello Arena, prosegue Bencivenga, “ma tutti gli amici che ho intervistato ogni qual volta parlavano di Massimo si commuovevano e, nel ricordarlo, avevano gli occhi lucidi. Pensavo di conoscere tanto di Massimo Troisi ma, in questi due anni e mezzo di lavoro, ho scoperto molte cose su di lui; alcune  le ho inserite nel docufilm, altre le ho tenute per me. Ne Il postino il personaggio di Troisi, ricorrendo a una metafora, dice a Neurda: “mi sento come una barca sbattuta in mezzo al mare’. Spero che le persone andranno in sala  con questo spirito; quello di lasciarsi prendere da onde di emozioni e poter dire: Troisi è ancora vivo ed é ancora con noi”.

Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno – 15.12.2022

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