20 centimetri (20 centimetros) di Ramon Salazar – Spagna – 2005 – Durata 113’ – V.M 18

14 Luglio 2021 | Di Ignazio Senatore
20 centimetri (20 centimetros) di Ramon Salazar – Spagna – 2005 – Durata 113’ – V.M 18
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Alla nascita si chiamava Adolfo ma per tutti è Marita (Monica Cervera) un esuberante transessuale che batte i marciapiedi di Madrid.

Il suo unico sogno è quello di sbarazzarsi di quei venti centimetri di troppo che le rimandano ad un corpo maschile che vuole al più presto dimenticare.

Pur di mettere da parte i soldi per pagarsi l’operazione Marita si accontenta di vivere in un modesto appartamento dove ospita Tomás (Miguel O’Dogherty) un nano con la passione per il violoncello e con il quale litiga frequentemente.

La sua più cara amica è La Frío (Rossy De Palma) un trans affettuoso ed amorevole con la quale, in attesa dell’arrivo dei clienti, ama scambiare quattro chiacchiere.

Marita trova lavoro in un’impresa di pulizia ed è sempre più attratta da Raul (Pablo Puyol) un fusto aitante e muscoloso che lavora come scaricatore al mercato della frutta che, ben presto, ricambia il suo amore.

Ma Raul non disdegna i suoi attributi maschili e non vuole che lei si sottoponga all’operazione. Marita va in crisi ma poi abbandona Raul e va sotto i ferri.

Pellicola variopinta e colorata che alterna smagliature narrative a degli inserti musicali gustosi e divertenti; Marita, infatti, soffre di narcolessia ed ogni qual volta sviene, sogna di danzare e volteggiare in compagnia del suo amato Raul e di un nutrito gruppo di ballerini.

Anche se non mostra un centimetro di nudità, Salazar non disdegna di mostrare delle scene in odore hard che mostrano le evoluzioni amorose della protagonista.

Nel complesso la pellicola ha buon ritmo ma il regista scivola troppo spesso in un bozzettismo di maniera. Prima di essere ammazzata di botte da un camionista che le ruba anche tutti i soldi, La Frio confessa a Marita le ragioni per cui odiava il proprio pene:

“Era un bottone, Era orrendo, non sai lo schifo e la vergogna che provavo. Da quando mi sono operata dieci anni fa, non sento più niente là sotto, né in bene, né in male. Nessuno si riprende dopo che si è tolto il pendente. Quelli che dicono di sentirsi come una donna lo dicono solo per non sembrare fessi,ma è una bugia.”

A rendere più godibile la pellicola una colonna sonora di facile ascolto con brani musicali di Adamo, Mina, Sabrina Salerno e dei Queen.

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