Nella gelida Glasgow, il trentasettenne Joe Kavanagh (Peter Mullan) ex alcolista, ha messo su una scalcinata squadra di calcio. Il campione è Liam (David Mc Kay) sposato con Sabine (Annemarie Kennedy) una tossicodipendente che frequenta il centro di recupero per tossicomani e si prostituisce per procurarsi la droga. Già in passato gli assistenti sociali avevano sottratto alla coppia il loro figlio, il piccolo Scott, e Liam vive nell’incubo che possano nuovamente riprenderselo. In una delle periodiche visite per controllare le condizioni di Scott, Sarah (Louise Goodall). una materna assistente sociale, incontra Joe e tra i due scatta l’amore. Liam è nei guai e se non ripiana un debito contratto dalla moglie, quando lui era ancora dentro, McGowan (David Hayman) il trafficante della zona, gli spezza le gambe. Per salvare il suo pupillo, Joe accetta di fare due viaggi come corriere della droga. Sarah è incinta e quando scopre che Joe si sta mettendo nei pasticci, lo pianta.. Ma lui non vuole perderla e va da McGowan per dirgli che vuole mollare tutto; il boss non vuole sentire ragioni e Joe, dopo aver pestato un paio dei suoi scagnozzi, torna a casa e si ubriaca. Gli uomini di McGowan dopo aver devastato la casa di Liam si dirigono a casa di Joe; Liam lo raggiunge e, disperato, s’impicca.
La lotta per ottenere il sussidio di disoccupazione, la rabbia, le illusioni perdute, l’alcol, la droga, le lotte del proletariato; c’è tutto Ken Loach in questo film spudoratamente teso, intenso e vibrante. Joe è un uomo dal cuore d’oro e, dopo essere stato divorato dall’alcol, prova con tutte le proprie forze a costruirsi un futuro migliore. Creatura vivida e pulsante Joe si batte come un leone per cercare di tenere lontano dalla droga e dalla delinquenza i componenti della sua squadra di calcio e non si tira indietro quando scopre che Liam è nei pasticci fino al collo. Gli altri personaggi che si muovono sullo schermo sono egualmente dolenti e la tragica morte di Liam fa più male di un cazzotto nello stomaco. Loach prova ad alleggerire la vicenda con qualche nota divertente e ci mostra la sgangherata squadretta di calcio allenata da Joe che indossa le magliette che ricordano quelle della Germania, campione del mondo del 1974. Premio a Peter Mullan (migliore attore) Cannes 1998.
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