La stanza di Marvin (Marvin’s room) di Jerry Zacks – USA – 1996 – Durata 98’

16 Febbraio 2021 | Di Ignazio Senatore
La stanza di Marvin (Marvin’s room)  di Jerry Zacks – USA – 1996 – Durata  98’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Bessie (Diane Keaton) vive in Florida, non si è mai sposata ed ha dedicato tutta la vita ad accudire Marvin (Hume Cronin) il padre anziano ed ormai indementito e la bizzarra zia Ruth (Gwen Verdon). Nel corso di un banale controllo medico, il dottor Wally (Robert De Niro) le diagnostica una forma di leucemia che può essere curata solo con un trapianto di cellule staminali del midollo, provenienti da un familiare. A Bestie non resta che telefonare a Lee (Meryl Streep) la sorella che vive nell’Ohio e con la quale ha rotto i rapporti da diciassette anni. Lee, ha le sue gatte da pelare; abbandonata dal marito, sta provando a prendere un diploma di estetista ed a tenere a bada i figli Charlie ed Hank (Leonardo Di Caprio), un adolescente tormentato che, dopo aver incendiato la casa per protesta, era stato ricoverato in manicomio. Bessie e Lee fanno i conti con il loro passato e ritrovano serenità ed armonia ed Hank riallaccia il rapporto ormai logoro con la madre.

Melodramma spruzzato da un velato tocco moralistico che ruota intorno alla contrapposizione tra le due sorelle; Bessie protettiva, sorridente, affettuosa e Lee, egoista, superficiale, acida e nevrotica che ha tagliato i ponti con il nucleo familiare per non prendersi carico del padre malato e sofferente. La malattia di Bestie sembra più un pretesto narrativo e Zacks si tiene alla larga da ospedali ed indagini cliniche. Per tutta la vicenda l’amorevole Bessie non rinfaccia alla sorella di aver pensato solo al proprio avvenire e di averla lasciata sola e, nonostante la malattia che l’ha aggredita alle spalle, continua a prendersi cura dell’anziano genitore. Sullo sfondo Hank che, alla materna zia Bessie racconta le difficoltà che incontra con la madre e del vuoto lasciatogli dal padre che lo ha abbandonato. Per alleggerire il tono drammatico della vicenda il regista ci mostra  la zia Ruth che ogni qual volta aziona un anestizzatore elettronico inserito nel proprio corpo, per una bizzarra interferenza, apre il cancello del garage. Tratto dal testo teatrale Marvin’room di Scott McPherson.

 

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