Franca (Béatrice Romand) e Antonio (Vittorio Mezzogiorno) sono una coppia felice. Peccato che la donna, di notte, sogna di far l’amore con il patrigno, scatenando così la cieca gelosia del marito. In casa hanno un ingombrante tappeto giallo, regalo di nozze del patrigno, che i due decidono di mettere in vendita tramite un’inserzione su un giornale. Un distinto signore (Erland Josephson) si presenta a casa loro, dichiarando di voler acquistare il tappeto e, approfittando di una temporanea assenza di Antonio, inizia a indagare, con fare violento e aggressivo, sul tormentato passato di Franca. Dopo averla sequestrata in casa, le confessa di aver ammazzato la moglie colpevole di tradimento. In un crescendo sempre più carico di tensione, Franca, dopo aver tentato invano di liberarsi dalla sua implacabile morsa, lo uccide. Ritornato a casa, Antonio la tranquillizza: era tutto frutto di una sua allucinazione, ma delle ombre continuano a addensarsi sulla vicenda, fino all’imprevedibile finale nel quale compare una glaciale psichiatra (Milena Vukotic).
Rara irruzione di un cineasta come Carlo Lizzani nel giallo. Questo piccolo capolavoro, soffocante, claustrofobico, girato tutto in un interno, si avvale di un ritmo incalzante e di una scrittura sobria che non strizza l’occhio al giallo di maniera. Il tema edipico, filo conduttore della vicenda, sembra essere solo un pretesto narrativo e Lizzani, più che scavare nel passato della protagonista, confeziona una trama dove tutti i personaggi sono dotati di un’identità cangiante e misteriosa. L’anziano acquirente del tappeto è un folle omicida o un attore in pensione che improvvisa, all’impronta, i personaggi nati dalla sua malata fantasia? Antonio è un marito affettuoso o un uomo corroso dalla gelosia che ha assoldato un killer per uccidere la moglie? L’algida psichiatra è la moglie del presunto compratore del tappeto o è una terapeuta che, avvalendosi della performance di stampo teatrale, promuove in maniera catartica la cura della paziente? Dopo un finale convulso, ricco di pathos e tensione, si scopre che la terapia ha raggiunto il suo scopo e che la protagonista non sognerà più l’amato patrigno. Peccato che un diabolico scherzo del destino guasterà il lieto fine. Dalla pièce Teatro a domicilio di Aldo Selleri.
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