Ultimo stadio di Ivano De Matteo – Italia – 2002 – Durata: 96’

25 Febbraio 2024 | Di Ignazio Senatore
Ultimo stadio di Ivano De Matteo – Italia – 2002 – Durata: 96’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Roma. Mentre sta arbitrando una partita, la madre di Achille Toscani (Stefano Santospago) muore. Ma lui, arbitro tutto d’un pezzo, deve arbitrare l’imminente finale della Coppa dei Campioni che si svolgerà nello Stadio Olimpico il 31 maggio 200. Riuscirà a reggere anche il successivo colpo; l’abbandono della moglie?

Antonella (Francesca Antonelli), madre di due bambini, è sposata con Angelo (Massimo Gammarota), un uomo rozzo, convinto che il figlio possa diventare un grande calciatore. Ma il ragazzino ha un ginocchio gonfio e non vorrebbe giocare. Angelo non gli da ascolto, lo costringe a scendere in campo e, dopo la sua prova opaca, lo rimprovera aspramente. Ma il destino amaro è dietro l’angolo.

Luca (Giorgio Colangeli), sposato con la svampita e alcolizzata Cinzia (Lia Tanzi) è il padre di Gabriele, un figlio trentenne che pensa solo al pallone, e di Marco (Valerio Mastandrea), avvocato affermato. Marco, dopo aver dato un occhio alle spese folli dei genitori, scopre che il padre frequenta sette sataniche, che il fratello è gay e che la madre è un’inguaribile alcolista.

Pietro (Rolando Ravello), timido e sensibile giornalista, non è amato dai colleghi della redazione, che lo tollerano solo perché è il figlio di Antonio (Franco Nero), il direttore della rivista. Pietro non è ambizioso e ama solo prendersi cura delle sue piante in terrazzo. Deve, però, fare i conti con Massimo (Ivano De Matteo), un vicino di casa  rozzo e violento, che allaccia una storia con Alice (Viktoria Larcenko), fidanzata con Billo (Elio Germano). La partita è ormai alle porte e le sorprese non mancano.

Ivano De Matteo traspone sullo schermo l’omonimo romanzo di Valentina Ferlan e, in questo film corale, lascia che l’imminente finale della Coppa dei Campioni funga da fil rouge che tiene unite le amare e disperate storie dei protagonisti, dei “losers”, alla ricerca disperata di un riscatto dalla propria infelice condizione;

Toscani, dopo l’abbandono della moglie, prende atto di essere un uomo solo; Angelo che il figlio non è Maradona; Marco che ha una famiglia ormai completamente scompaginata; Pietro che il padre non farà un passo indietro e non gli permetterà mai di scegliere cosa fare della propria vita.

Il calcio è totalmente sullo sfondo, ma è evocato, di tanto in tanto, dai protagonisti della vicenda, che a turno, fanno riferimento alla finale che si giocherà in serata.

De Matteo ci mostra, inoltre, anche una partitella tra ragazzini, nella quale gioca il figlio di Angelo e mostra i “buuuu” dei genitori che scattano quando un giovane calciatore nero sta per battere un rigore.

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100  film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.

 

 

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