All american boys (Breaking away) di Peter Yates – USA – 1979 – Durata: 101’

30 Agosto 2022 | Di Ignazio Senatore
All american boys (Breaking away) di Peter Yates – USA – 1979 – Durata: 101’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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A Bloomington, una cittadina dell’Indiana Dave (Dennis Christopher) nutre un’insana ammirazione per tutto quello che è italiano; trascorre le giornate ascoltando Rossini e Donizetti, chiama il gatto Fellini e quando abborda Katherine (Robin Douglass), una simpatica universitaria, spacciandosi per un italiano, finge di chiamarsi Felice Gimondi. Il papà (Paul Dooley), venditore di auto usate ed ex tagliatore di pietre, lo spinge, senza successo, a lavorare al suo fianco. Ma la vera passione di Dave è il ciclismo ed, in sella alla sua bicicletta, scorazza in lungo ed in largo per la città. Con gli inseparabili amici Mike (Dennis Quaid), Gary e “piccolo”, soprannominati “i tagliatori di pietra”, Dave trascorre gran parte della giornata in una cava, che si affaccia su uno specchio d’acqua, che utilizzano come piscina. Ma il loro “regno” è sempre più frequentemente “invaso” dagli spocchiosi studenti universitari, capeggiati da Rod (Hart Bochner). In città è attesa per una gara la famosa squadra italiana di ciclismo della Cinzano e Dave tocca il cielo con un dito. Dave in corsa è un fulmine ed insidia la vittoria dei quattro corridori italiani che, antisportivamente, gli tagliano la strada e lo fanno rovinare a terra. Scottato da quell’esperienza, Dave dice addio a tutto ciò che è  italiano, appende la bicicletta al chiodo e va lavorare al fianco del padre. Ma in città c’è una gara di fondo di ciclismo, che annovera tra gli iscritti gli odiosi universitari. I “tagliatori di pietra” non possono farsi scappare la ghiotta occasione per sfidarli.

Il talentuoso Peter Yates (Bullit, John e Mary, Il servo di scena) strizza l’occhio al classico film di formazione, più che a quello sportivo e narra la crescita del giovane protagonista che, per (quasi) tutta la durata del film, si culla nel sogno dell’Italian Dream e, solo quando tocca con mano la durezza della vita, abbandona i sogni adolescenziali e si tuffa nella realtà. Più che puntare alla classica rivalità tra due contendenti che lottano per vincere la gara che conta, il regista propone un (timido) scontro di classe; da un lato i “tagliatori di pietra” che, per estrazione sociale, non avendo i soldi per iscriversi all’università, accettano, rassegnati , la loro condiozne di futuri operai della cava e dall’altro i ricchi e boriosi studenti del campus che li sbeffeggiano e li prendono in giro. Le scene che il regista dedica al ciclismo sono centellinate, ma il finale con la gara di fondo tra le diverse squadre, è appassionante e delizioso. Premio Oscar migliore sceneggiatura.

Per un approfondimento sul tema “Cinema e sport” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.

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