Amarcord di Federico Fellini – Italia – 1974 – Durata 127’

Anni Trenta. Borgo, paesino immaginario della Romagna, è popolato da alcuni personaggi femminili che scuotono la fantasia erotica di Titta (Bruno Zanin) e del suo inseparabile compagno Naso (Alvaro Vitali).

Sfilano ad una ad una, la “Gradisca” (Magali Nole), sensuale parrucchiera; la Volpina (Josiane Tanzilli), una donna un po’ matta e disinibita e la procace tabaccaia (Maria Antonietta Belluzzi).

A completare la galleria, Teo (Ciccio Ingrassia), lo zio matto di Titta, ricoverato in manicomio, il padre Aurelio e la madre Miranda (Pupella Maggio). Ma Titta è ancora uno scolaro e non mancano gli scherzi tra i compagni di classe.

Capolavoro di Fellini che, sin dal titolo, (in italiano significa “Mi ricordo”) pesca nella sua memoria di adolescente e affida a Titta i propri ricordi. Il film, ambientato in pieno fascismo, non è velato da un velo di nostalgia, ma  è immerso, invece, in un’atmosfera ironica e gioiosa.

Sin dalle prime scene sfilano i classici attori “felliniani”, che hanno da sempre caratterizzato i film del grande regista romagnolo; su tutti gli ineguagliabili insegnanti dalle facce buffe, irregolari e particolarmente espressive. Non mancano le scene entrate a far parte della storia del cinema; l’apparizione notturna del Rex e l’incontro nel Grand Hotel tra il principe e la Gradisca.

Vitali è uno degli adolescenti che segue Titta nelle sue peripezie e nell’ultima scena, travestito da donna, assieme ai compagni, saluta la Gradisca che sta festeggiando all’aperto il suo matrimonio.

Immortale la colonna sonora firmata da Nino Rota. Magica fotografia di Peppino Rotunno. Premi:  Oscar miglior film straniero (1974); Nastro d’Argento miglior regia (1974)  David Di Donatello miglior film e miglior regia (1974).

Per l’intervista ad Alvaro Vitali e le schede dei suoi film, si rimanda al volume “Non solo Pierino” di Alvaro Vitali e Ignazio Senatore , Falsopiano Editore  (2020).