Anima e corpo (Body and soul) di Robert Rossen – USA – 1947 – Durata: 105’ – B/N

5 Agosto 2022 | Di Ignazio Senatore
Anima e corpo (Body and soul) di Robert Rossen – USA – 1947 – Durata: 105’ – B/N
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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New York. David Davis ha una piccola bottega dove vende gassose e vivande. La moglie Anne (Anne Revere) sogna per il figlio Charlie (John Garfield) un futuro radioso e vorrebbe che continuasse gli studi, ma Charlie ha un solo obiettivo; mettersi alle spalle la povertà, accumulare soldi e godersi la vita. Dotato di un fisico massiccio, inizia a boxare e vince il titolo dei dilettanti. I suoi agenti  Quinn (William Conrad) e Shorty (Joseph Pevney) gli organizzano i primi incontri da professionisti e Charlie li vince tutti per knockout. Incontra Peg (Lilli Palmer), una pittrice senza grilli per la testa ed i due decidono di sposarsi. Ma Roberts (Llloyd Gough), cinico e potente impresario, ha messo gli occhi su Charlie e gli organizza gli incontri che contano. Charlie vuole sposare Peg, ma è alle porte l’importante sfida con Ben, un pugile che, dopo un incidente, ha riportato una lesione al cervello e non potrebbe più boxare. In accordo con Quinn, Roberts trucca tutto; Ben deve perdere l’incontro e Charlie diventare campione. Shorty non ci sta ed abbandona Charlie, che sul ring strapazza Ben e lo manda in fin di vita in ospedale. Abbandonata Peg, Charlie si gode fama, successo e denaro e flirta con Alice (Hazel Brooks), una bionda senza scrupoli che punta solo al suo portafoglio. Roberts sta però già pensando al prossimo incontro ed ha già deciso che Charlie, in cambio di una montagna di dollari, deve cedere il titolo ad un certo Marlowe.  Charlie ha scommesso sulla sua sconfitta, ma per non insospettire nessuno si allena come un forsennato. E’ il giorno dell’incontro…

Il regista Robert Rossen (Lo spaccone, Lilith…) rispetta in piena regola i canoni del genere e lascia che la vicenda ruoti intorno a Midge, un uomo che, nelle prime battute, si rifiuta di truccare un incontro ma poi, avendo compreso le regole che governano l’oscuro mondo della boxe, accetta, in nome del Dio denaro di vendere l’anima al diavolo. Perfido e sleale, pur di accumulare una grande somma, non fatica a scendere a patti con la propria coscienza e, messi da parte etica e morale, si lascia facilmente corrompere dall’infido Roberts. Rossen gli contrappone la dolce Peg, la tenera madre e l’idealista Shorty. Patetica e disperata la figura di Ben, pugile nero che morirà per i colpi ricevuti. Il finale con la redenzione di Charlie non convince ed appare francamente di maniera. Da segnalare Robert Aldrich, in veste di aiuto regista. Remake nel 81’ con Il guerriero del ring, diretto da George Bowers. Oscar 1948 per il miglior montaggio. 

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.

 

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