Antonio Capuano regista “eccedente”, L’auto racconto tra film e mare

Senatore giornalista

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Dopo aver ricevuto quest’anno un David speciale ed essere stato immortalato nel film “E’ stata la mano di Dio”, di Paolo Sorrentino, regista suo allievo, Antonio Capuano si racconta nel volume – intervista,  “Da una prospettiva eccedente – In dialogo con Antonio Capuano”, edito da ArtDigilant, a cura di Armando Andria, Alessia Brandoni e Fabrizio Croce. Il volume, anarchico e “indisciplinato”, non segue in maniera cronologica le tappe che hanno caratterizzato la carriera artistica del regista posillipino e la narrazione saltella dalla sua esperienza come titolare della cattedra di Scenografia all’Accademia di Napoli ai film da lui diretti: “Vito e gli altri” (1991), “Pianese Nunzio 14 anni a maggio” (1996), “Luna rossa” (2001), “La guerra di Mario” (2005). “L’amore buio” (2010) e “Il buco in testa” (2020), tralasciando, stranamente dei commenti relativi ad altri suoi film come “Polvere di Napoli” (1998), “Bagnoli jungle” (2015) e “Achille Tarallo” (2018). Il regista infiocchetta, a ruota libera, i suoi personalissimi racconti con espressioni dialettali, accenna alla propria infanzia e confessa l’amore sviscerato che nutre per il mare, il disegno e i fumetti. Dopo aver reso un tributo a Francis Bacon, Jean Genet, Derek Jarman, Luis Bunuel e Jean Luc Godard e allo scrittore Giosué Calciura, Capuano regala un commovente ricordo della moglie, morta nel marzo 2021, dopo sessant’anni di vita assieme. Ultima curiosità: nel volume non sono riportati aneddoti che hanno punteggiato la lavorazione dei film, né ci sono riferimenti ai rapporti tra il regista e Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino e tanti altri interpreti prestigiosi, protagonisti delle sue pellicole. Un volume ricco di foto di scena che si chiude con i tre saggi critici dei curatori del volume.

Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno – 14-9.2022