Appassionata di Gianluigi Calderone– Italia – 1974- Durata 95’

23 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Appassionata  di Gianluigi Calderone– Italia – 1974- Durata 95’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Il dottor Emilio Rutelli (Gabriele Ferzetti), affermato dentista, è sposato con Elisa (Valentina Cortese), una donna nevrotica e svampita che, per amore del marito, ha rinunciato a una brillante carriera di pianista. La coppia ha una figlia, Eugenia (Ornella Muti), sedicenne tormentata e inquieta, che trascorre le giornate assieme a Nicola (Eleonora Giorgi), disinibita amica del cuore, figlia di un diplomatico.

Un giorno, Nicola si presenta nello studio di Emilio e simula un mal di denti. Il dottore le pratica una fiala di novocaina e lei, fingendo di essere sotto l’effetto disinibente del farmaco, si spoglia e fa l’amore con lui. Da quel giorno, Emilio diventa insonne, distratto, irrequieto e non riesce a scacciarla dalla propria mente. Sentendosi nuovamente vivo e rigenerato, cerca in più occasioni di incontrarla ma scatena la gelosia di Eugenia.

Elisa, sempre più evanescente, è ricoverata in una lussuosa clinica per malattie mentali ed Eugenia, dopo aver avuto la conferma del tradimento del padre, si vendica, complice il buio, infilandosi, a sua insaputa, nel letto al posto di Nicola. L’indomani, come se nulla fosse, Eugenia chiacchiera, felice e spensierata, con l’amica.

Calderone impagina una pellicola che punta il dito sui turbamenti di Eugenia,  adolescente borghese, segretamente innamorata del padre. Sin dalle prime battute, il regista cerca di dar forma al dramma edipico e, per tutto il film, Eugenia scherza con il padre, gli punta gli occhi addosso e le sue attenzioni, anche se velate da un pizzico di civetteria, sembrano quelle di una figlia affettuosa e molto legata al padre.

Emilio, invece, uomo tranquillo e misurato, è descritto come un genitore che non dà peso alle modalità seduttive della figlia e come un marito che sostiene una moglie con la mente altrove, che non riesce più ad aderire alla realtà. Il regista non indugia nelle scene calde e lascia fuori campo l’incesto tra padre e figlia, che esplode nel torbido finale.

Splendida Valentina Cortese nella parte di una donna fatua e impalpabile. Il titolo fa riferimento all’omonimo brano di Beethoven che Elisa esegue al pianoforte. Nel cast Ninetto Davoli.

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