Barbara il mostro di Londra di Roy Ward Baker – G.B – 1971

22 Maggio 2015 | Di Ignazio Senatore
Barbara il mostro di Londra di Roy Ward Baker – G.B – 1971
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Il dottor Jekyll (Ralph Bates) è alla ricerca del siero della giovinezza. Per il prosieguo dei suoi esperimenti, è costretto ad assoldare degli uomini senza scrupoli, che gli procurano cadaveri di giovani donne.

Da quei corpi ancora caldi, Jekyll estrae degli ormoni che s’inietta, in gran segreto, nel suo laboratorio.

Un giorno, seppur per un breve lasso di tempo, Jekyll si trasforma in una donna dalle lunghe chiome, dai fianchi e dai seni tondeggianti.

Sempre più affascinato all’idea di poter possedere un corpo femminile, costretto a procurarsi da solo le sue giovani vittime, che sceglie tra le prostitute della città, per depistare la polizia, compie gli efferati delitti nei panni del suo alter ego femminile.

Per non insospettire Susan Spencer (Susan Broderick), la fidanzata, e le persone che abitano nel suo stesso stabile, finge che una sua ipotetica sorella di nome Barbara Hyde, sia venuta a trovarlo in città.

La sua parte femminile ha sempre più il sopravvento, al punto che Barbara seduce Howard (Leslie Flander), il fratello di Susan, Quando Jekyll comprende che il professor Robertson (Gerald Sim), un medico legale, suo amico, lo ha smascherato, lo uccide. Scoperto dalla polizia, durante una precipitosa fuga, muore, cadendo da un tetto.

Ennesima variante della creatura letteraria creata dal genio di Robert Louis Stevenson, ambientata in una Londra di fine Ottocento, avvolta perennemente nell’oscurità e nella nebbia.

Alla classica rilettura del dottor Jekyll, ricercatore maledetto e dannato, Roy Ward Baker aggiunge due varianti originali: da un lato Jekyll, un uomo dalla incerta identità sessuale e con spiccate tendenze omosessuali, e dall’altro Barbara, una sorta di versione al femminile di Jack lo Squartatore.

Il regista londinese confeziona una trama carica di fascino e mistero, che raggiunge il massimo pathos quando Jekyll si trasforma per la prima volta in una donna; chino, di fronte allo specchio, alza improvvisamente la testa e senza il minimo turbamento, dopo aver sciolto i lunghi capelli, si spoglia e, con morboso piacere, inizia a palparsi i seni.

Ed è proprio a partire da questa inquietante scoperta che Jekyll proverà a lottare affinché la sua parte femminile non prenda il sopravvento.

Per arricchire la spettacolarità della trama, il film si apre e si chiude con il dottor Jekyll che confessa i crimini commessi e illustra le ragioni che lo hanno spinto a macchiarsi dei delitti.

Da cineteca l’ultima scena della morte del protagonista, il cui volto mostruoso ha assunto sia le sembianze di Jekyll sia quelle femminili di Barbara.

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