Bord de mer – In riva al mare (Seaside) di Julie Lopes-Curval – Francia – 2002 – Durata 90’

22 Dicembre 2023 | Di Ignazio Senatore

La vita scorre regolarmente e senza grandi sussulti a Cayeaux, piccola e tranquilla località turistica sul mare, nel nord della Francia.

Marie (Hélène Fillières) è un’operaia della fabbrica cittadina, specializzata nel trattamento dei sassi e della ghiaia, fidanzata con Paul (Jonathan Zaccaï), un ragazzo che sbarca il lunario d’estate come bagnino; Rose, madre di Paul, è una vecchietta che per non sentire i morsi della depressione passa il tempo nel casinò della città a giocare alle slot machine.

Albert (Patrick Lizana) ha ereditato la fabbrica paterna sull’orlo del fallimento e, dopo averla rimessa in sesto, spera di mollare tutto e fuggire via lontano; la moglie, Lucille (Alexandra Mercouroff) sogna, invece, di vivere a Parigi, immersa nella mondanità e nel bel mondo.

Ma il fuoco cova sempre sotto la cenere; Albert molla tutto e fugge via con Marie; Lucille vola a Parigi e Rose, dopo aver perso la casa di proprietà alle slot machine, tenta il suicidio.

Pellicola rarefatta, girata sottovoce ed in punta di piedi da una giovane regista francese all’esordio.

Con delle piccole pennellate ed una narrazione sommessa e silenziosa, Curval mostra queste anime sospese che si scambiano baci senza sapore e passioni senza sentimenti, in attesa di qualcosa che possa cambiare il loro destino.

La regista (Le beau monde…) ci mostra una sonnecchiante cittadina di provincia che d’inverno sbadiglia e rallenta i ritmi e d’estate esplode in tutta la sua straripante vitalità con i turisti che affollano la spiaggia e il casinò.

Ed è proprio in questo contrasto tra luci e ombre, tra il giorno e la notte, tra l’inezia e la frenesia, chiare metafore dell’esistenza dei protagonisti, la chiave per comprendere il film.

La regista compone dei piccoli ritratti, punta sui minimi dettagli e sottolinea come il destino possa pesare, come le pietre lavorate nella cava della città, sui singoli personaggi. 

Non mancano i momenti di struggente melanconia; su tutti un operaio, da poco licenziato, che per non affogare nella disperazione, trascorre le giornate a vedere gli ex colleghi che lavorano in fabbrica. Camera d’or al 55° Festival di Cannes come migliore opera prima.

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