Bright star di Jane Campion – G.B – Australia – Francia – 2009 – Durata 113’

Anno 1818. Hampstead. Inghilterra. Dopo la morte del fratello Tom, il giovane poeta inglese John Keats (Ben Whishaw), perennemente al verde e oppresso dai debiti, è ospitato nella casa di Charles Armitage Brown (Paul Schneider), amico e poeta.

Fanny Brawne (Abbie Cornish), amante della letteratura e della poesia, rapita dal poema Endimyon, pubblicato di recente da Keats, gli chiede di fornirle i rudimenti per apprendere la poesia. Cupido scocca le frecce e i due si fidanzano.

A ostacolare la loro relazione, il burbero Charles. che nutre per Keats un affetto che travalica l’amicizia e che giudica Fanny una ragazza capricciosa e civettuola.

La salute di Keats è però cagionevole ed affetto da TBC, sputa sangue. Per vivere in un luogo più salubre, i medici gli suggeriscono di partire per l’Italia…

Mezzo passo falso di Jane Campion (Sweetie, Un angelo alla mia tavola, Lezioni di piano, Ritratto di signora, In the cut..) che, in questo melò, un po’ convenzionale, narra l’amore infelice tra due anime sensibili e delicate che, senza successo, lottano contro un destino avverso.

La regista neozelandese lascia molto spazio ai versi che. a turno, declamano sia Keats che la dolce Fanny, regala allo spettatore delle interessanti riflessioni sulla genesi della creazione artistica e getta un’ombra sui rapporti tra lo stesso poeta e il perfido Charles che, pur amando Keats, non si fa scrupolo di mettere incinta la serva.

Come in ogni film in costume che si rispetti, l’ambientazione è perfetta, la fotografia ben curata, i due giovani protagonisti sono calati nella parte, eppure quella patina di leziosa inautenticità finisce, irrimediabilmente, per incollarsi sugli occhi degli spettatori.