Canone inverso di Ricky Tognazzi – Italia – 2000 – Durata 105’

1 Gennaio 2023 | Di Ignazio Senatore

Praga. Jeno Varga (Gabriel Byrne), un misterioso violinista di strada, suona una musica che risveglia antiche emozioni nella giovane Costanza (Nia Roberts). Quando lei lo sollecita a raccontargli come fa a conoscere quel brano, lui le racconta la propria storia. Un flashback ci riporta ad anni addietro quando Jeno (Hans Matheson), giovane e talentuoso violinista dalle grandi potenzialità, vissuto in una famiglia povera, senza aver mai conosciuto il padre, (di cui ignora l’identità), s’innamora di Sophie (Mélanie Thierry), affermata e ricca pianista ebrea. Jeno entra nel Collegium Musicum, diventa amico di David (Lee Williams), figlio del barone Blau (Ricky Tognazzi) e quando scopre che il vincitore di un’audizione potrà suonare con Sophie, s’impegna giorno e notte per superare la difficile prova.

Ma i nazisti hanno invaso la Cecoslovacchia e Jeno, figlio di una donna ebrea, è espulso anche lui dal Conservatorio ed è ospitato a casa di David. Solo allora comprende che il barone Blau è suo padre e che David è il suo fratellastro. E’ in programma il concerto con Sophie, ma….

Tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore triestino Paolo Maurensig, il film si snoda intorno ad un filo conduttore; l’antico violino Stainer che compare, sin dalle prime battute del film in una prestigiosa asta e che passa nelle mani di (quasi) tutti i protagonisti della vicenda. Tognazzi abbandona i film di denuncia sociale (Ultrà, La scorta. Vite strozzate…) e, costeggiando i temi dell’amicizia virile, della paternità, dei rapporti generazionali, lascia sullo sfondo la storia con la S maiuscola (il nazismo e l’invasione di Praga del ’68), punta al melodramma e disorienta lo spettatore con i continui flashback e salti temporali.

Messa da parte la zuccherosissima love-story tra Jeno e Sophie, il regista contrappone, in maniera convenzionale il ricco e nobile David al povero Jeno e, dopo aver fatto saltare fuori dal cilindro, la paternità del protagonista, chiude la vicenda con la stucchevole scena di Jeno che suona il violino nel campo di concentramento. Di questo indigesto polpettone, vanno salvate la struggente colonna sonora di Ennio Morricone, la splendida ambientazione ed i magnifici costumi.

Curiosità: il titolo rimanda ad una partitura musicale che può essere eseguita contemporaneamente da due strumentisti che eseguono lo spartito a ritroso. David di Donatello per miglior scenografia (Francesco Bronzi), fotografia (Fabio Cianchetti), montaggio (Carla Simoncelli), musicista (Ennio Morricone). Premio David Scuola. Nastro d’argento miglior montaggio (Carla Simoncelli), colonna sonora (Ennio Morricone), regista, fotografia (Fabio Cinchetti).

Per un approfondimento sul tema “Cinema e musica” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana.

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