Chi sono oggi i freaks? Elena D’ Ambrogio intervista Ignazio Senatore- Novella 2000 -23 settembre 202

1 Ottobre 2021 | Di Ignazio Senatore
Chi sono oggi i freaks? Elena D’ Ambrogio intervista Ignazio Senatore- Novella 2000 -23 settembre 202
Interviste a Senatore
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Alla Mostra di Venezia è approdato “Freaks out” di  Gabriele Mainetti. Chi sono oggi i freaks? Ignazio Senatore, psichiatra, psicoterapeuta e critico cinematografico, la pensa così:

“Due sono i filoni importanti nei film dai tono grotteschi; il primo è già nel titolo “Freaks”, i fenomeni da baraccone, creature mostruose, relegate ai margini della società perché diverse. E’ evidente che parlare di mostruosità fisica vuole spesso porre l’accento su una mostruosità interiore che evidentemente non si potrebbe evidenziare in maniera sensazionale.”

Le creature mostruose come vampiri e zombie, devono suscitare orrore che rimandi a una spesso sottaciuta crudeltà dell’uomo

“Non è questo il caso di “Freaks Out” è un mondo spettacolare che suscita nello spettatore commozione, divertimento che lascia a bocca aperta. In realtà i freaks, nonostante  quei difetti fisici che li rendono soggetti perfetti su cui costruire mitologie e fantasiose storie di cattiveria e repulsione sono persone come noi, che hanno paura, che devono accettare la loro diversità. E la società deve fare altrettanto.”

Dall’altra parte c’è la mostruosità del periodo storico incancellabile, il nazismo

“I due aspetti, storia e umanità estreme, portati alla deriva, si incrociano magistralmente e portano a ironizzare e a riflettere sulla perdita di controllo dell’uomo e di conseguenza sull’annullamento dei valori umani.”

Viene avanzata l’idea di sorridere degli orrori, utilizzando la comicità come potente forma di esorcismo del dramma

“L’obiettivo è mostrare le brutture e le tragedie da un altro punto di vista che stimoli la comprensione e l’elaborazione di un pensiero critico. Tantissimi film sono stati studiati con un impianto drammatico che poi abbraccia quello comico (uno per tutti La vita è bella di Benigni). E’ questo l’insegnamento. Mainetti , già lo impartiva in “Lo chiamavano Jeeg  Robot” dove il puro intrattenimento nascondeva sottotrame che stimolavano riflessioni profonde sul presente. L’aspettativa di “Freaks Out” è alta, l’importante è far passare fra le righe ciò che conta in un contesto affascinante.”

Detto ciò sorge spontaneo chiedersi chi sono oggi i freaks?

“Per lo psichiatra sono sempre tutti i portatori di diversità fisiche o interiori. Non devono essere necessariamente creature mostruose come quelle che popolavano le comunità circensi, anche i no-vax possono essere freak, come un tempo potevano essere i “capelloni”. Tutte le frange di ribellione o di emarginazione volontaria o involontaria possono essere considerati tali.”

I veri freaks sono però i poveri, o quelli più genericamente definiti diversi, anche perché è più semplice assegnare loro un’etichetta.

“E’ senza dubbio la vera mostruosità. Che porta a generare una certa solidarietà tra i freaks, come al circo una mostruosità fisica spadroneggia sul normale tanto da attrarre attenzioni con meraviglia. Che per la società sia importante accettarli, accoglierli nella loro unicità, non deve essere una chimera, ma un naturale obiettivo da raggiungere. E’ altresì importante far si che accettino di far parte della società, come lo è farli sentire accolti, affinchè non rimangano  sparute sacche isolate.”

La  dignità conferita dall’accettazione tende a sminuire  se non a cancellare ciò che repelle.

“Se invece si radica il concetto di non poter cambiare il proprio status, non si può migliorare il livello sociale. Un annichilimento terribile per l’essere umano deturpato della speranza di una san ambizione. E’ vero che veniamo da tradizioni culturali dove il contadino si sentiva fiero della sua categoria, l’operaio anche e non vi erano rivalità perché ciascuno era collocato in una famiglia, chiusa, e per questo forte. Adesso il contadino si sente solo, senza quella tradizione che lo inorgogliva, se pure nella povertà. Era potente della condizione della sua solidità. Adesso il tessuto sociale si è sfaldato, gli ideali si sono dispersi” 

I freaks ci saranno sempre, i film li estremizzano per fare spettacolo

“Uno spettacolo che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni. In televisione vediamo sempre “I nuovi mostri”, perché la società si nutre di quella teatralità che la normalità non concede.”

Poi, se esistono mostri contro cui puntare il dito, i presunti normali si sentono più buoni e più belli

“In una società dove c’è il culto del corpo e del bello fare un film con Claudio Santamaria ricoperto dal pelo mannaro, Aurora Giovinazzo, che si accende di un fuoco antico, il clown Giancarlo Martino dotto di magnetismo e Pietro Castellitto che cambia forma gli insetti combriccola capitanata da Giorgio Tirabassi, è provocatorio.

Rimuoviamo la mostruosità che si annida in noi, senza però cancellare l’unicità della diversità 

“L’omologazione è comoda, la differenza è ricchezza é crescita.”

 

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