Cinderella man – Una ragione per lottare (Cinderella man) di Ron Howard – USA – 2005 – Durata: 144’

5 Settembre 2022 | Di Ignazio Senatore

Jim Braddock (Russell Crowe) ha un destro che è una dinamite e, dopo un paio di incontri, vinti per kappaò, è considerato l’astro nascente del pugilato mondiale. Ma la Grande Depressione mette in ginocchio l’economia americana e Jim, dopo aver investito i suoi risparmi in una compagnia di taxi, si ritrova al verde. Ma lui deve prendersi cura della moglie Mae (Renée Zellweger) e dei suoi tre pargoletti. Per racimolare qualche dollaro prova ogni giorno a lavorare al porto come manovale e quando capita, risale sul ring. La sua condizione atletica non è al top, l’alimentazione insufficiente e quando incrocia i guantoni con un altro pugile, ha una mano fratturata e non può forzare i pugni. L’incontro è così fiacco che è interrotto e la sua licenza pugilistica, sospesa. Jim non può pagare più affitto, energia elettrica ed è costretto ad usufruire del sussidio di disoccupazione. L’unico amico su cui può contare è Joe Gould (Paul Giamatti), manager dal cuore d’oro, che, insperatamente, convince la commissione pugilistica a concedergli un pass per un singolo incontro. Jim vince e le sue quotazioni risalgono immediatamente alle stelle. Joe, ammorbidisce la commissione e convince il potente manager James Johnston (Bruce McGill) ad organizzargli qualche incontro. Jim li vince tutti e soprannominato “Cinderella Man”, “l’uomo cenerentolo”, diventa il simbolo del riscatto sociale dei proletari americani.  E’ alle porte la sfida con il campione del mondo dei pesi massimi, il temibile Max Boer (Craig Bierko), un pugile famoso, per avere ucciso in combattimento due aspiranti al titolo.

Ron Howard, cantore dell’epopea a stelle e strisce, dirige un film classico la cui vicenda si dipana a partire dalla grave crisi economica che attanagliò l’America nel 29, dopo il crollo di Wall Street. Con tocco realistico ed un pizzico di sentimentalismo, il regista, ex Richie Cunningham di Happy days, descrive una popolazione divorata dalla fame, tormentata dai morsi del freddo e senza un cent in tasca. Campione coraggioso, diventato un simbolo della lotta americana per uscire dalla crisi, Braddock incarna il classico eroe americano che, nonostante il destino gli remi contro, si batte come un leone sia nella vita che sul ring. Dovrà lottare contro la stampa sportiva che, ritenendolo un brocco non ha mai creduto in lui, contro il borioso e sbruffone Max Boer e perfino contro la piagnucolosa e singhiozzante moglie (una Renée Zellweger decisamente sottotono). Howard dosa tutto alla perfezione e, sul finale, l’incontro per il titolo mondiale dei massimi, è così emozionante che toglie il respiro. Russel Crowe ha la faccia da bravo ragazzo ed è perfetto nell’incarnare l’eroe del Sogno Americano.

Per un approfondimento sul tema “Cinema e sport” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.

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