Dopo il matrimonio (Efter bryllupet) di Susan Bier – Danimarca – 2006 – Durata 112’

10 Febbraio 2020 | Di Ignazio Senatore
Dopo il matrimonio (Efter bryllupet) di Susan Bier – Danimarca – 2006 – Durata 112’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Dopo una tormentata storia d’amore con Helene (Sisde Babett Knudsen), il ventenne Jacob (Mads Mikkelsen), un donnaiolo con un passato da alcolista e di tossicodipendente, parte per l’India dove si dedica, anima e corpo alla cura ed all’assistenza di orfani e di bambini abbandonati. Venti anni dopo ritorna a Copenhagen perché Jørgen (Rolf Lassgard), ricco uomo d’affari, si dichiara disponibile a finanziare un suo progetto per un orfanotrofio ed a staccare un assegno di quattro milioni di dollari. Jacob è raggiante e vorrebbe ritornare immediatamente in India ma Jorgen gli chiede di restare ancora qualche giorno per mettere a punto le ultime formalità burocratiche e, nell’attesa, lo invita al matrimonio della figlia Anna (Stine Fisher Christensen). Nel corso della cerimonia Jacob scopre che Helen è la moglie di Jacob e che Anna è sua figlia. Jacob si sente in trappola, reagisce con rabbia e, dopo aver accusato Helen di avergli taciuto per tutti quegli anni la verità, minaccia di dire tutto ad Anna. Helen prova a giustificarsi e quando svela alla figlia che Jacob è suo padre, lei reagisce in maniera furibonda. Jacob vuole mollare tutto ed allora Jorgen, messo alle strette, gli rivela che è agli sgoccioli, perché affetto da una malattia terminale, e gli comunica che è disposto ad elargire i fondi per gli orfani solo se resta in Danimarca, al fianco di Anna. Jacob si trova di fronte ad un bivio. Un finale consolatorio chiude la vicenda.

Nelle mani di un altro regista questa vicenda sarebbe diventato uno sdolcinato melò ma la talentuosa regista norvegese, dopo lo struggente Non desiderare la donna d’altri, dirige, camera a mano, una pellicola colma di colpi di scena che non scivola mai nel sentimentalismo deteriore. Più che la storia in sé colpisce la capacità della Bier di scrutare nei doppifondi dell’animo umano e di impaginare una vicenda dove i protagonisti sono, inestricabilmente, legati tra loro, il passato ed il presente si rincorrono e  la morte e la speranza per un futuro migliore si scambiano il testimone. E se appare maestosamente tragica la figura di Jørgen, un uomo che, prima di morire, vuole garantire alle persone a lui care affetto e protezione, dall’altro è egualmente pulsante quella di Anna, una ragazza che il giorno del matrimonio è sconvolta dalla rivelazione che Jørgen non è suo padre. Dopo aver urlato alla madre la propria rabbia, cerca, scruta, squadra Jacob da capo a piedi e, per fargli recuperare tracce di un passato che non ha potuto condividere con lui, gli mostra l’album delle fotografie che la ritraggono sin da quando, piccolissima, faceva il bagnetto. Dal canto suo, Jacob, dopo aver digerito la notizia dell’inattesa paternità, messi da parte sospetti e congetture, prova a scandagliare la propria anima senza imporre alla figlia la sua ingombrante ed inattesa presenza. La gelida e plumbea Copenhagen fa da sfondo alla vicenda e da contro-altare alle immagini calde ed assolate dell’India. Candidato all’Oscar 2007 come miglior film straniero.

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