Enrico Ghezzi

14 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Enrico Ghezzi
Senatore giornalista
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Soffia forte  “Il vento del cinema”, festival dedicato ai rapporti tra cinema e filosofia ideato e diretto da  Enrico Grezzi, in programma a Procida fino al 26 giugno.

Un primo incontro pubblico si è svolto ieri, alle ore 17.30 , all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, dove Enrico Grezzi ha tenuto una conferenza dal titolo: “Ieri è un altro giorno. C(hi) pensa al cinema”. E chi si aspettava  che Grezzi partisse dai film più noto prodotti sul tema ( “Giordano Bruno”  di Giuliano Montaldo o “Socrate”, film TV diretto da Roberto Rossellini) è stato naturalmente, spiazzato.  Grezzi esordisce, in maniera folgorante:

“Non ho la minima idea di quanto ho da dire, o meglio, m’imbarazza  dire o far finta di dire qualcosa. Queste reminiscenze , o per meglio dire “reminiscenze”, nel senso di cosse che ho “ruminato” intorno al cinema, sono, certamente, poco rettilinee e saranno contaminate dalle ultime cose viste e sentite- Mi scuso della qualità del discorso che si formerà in corso d’opera.”

Grezzi vola subito alto e parte da lontano. Dietro l’apparente improvvisazione cita i suoi teorici preferite: Gilles Deleuze e Walter Benjamin.

Del primo ricorda  la “timidezza”, la sua incapacità nell’affrontare fino in fondo la storia del cinema. A ben vedere, infatti, nei suoi due “testi sacri” non ci sono riferimenti all’opera di registi del calibro di Rossellini e di Nicolas Ray ma (solo) citazioni ed omaggi dedicati al cinema francese.

Del secondo magnifica la passione e l’amore che nutriva verso una forma d’arte  che lo aveva completamente sedotto.

“A differenza di Adorno ed egli altri filosofi della Scuola di Francoforte, Benjamin non si era americanizzato  Ed anche se è vero che si era occupato (solo) marginalmente di cinema e scritto  (solo) un pezzo di cinema su Walt Disney, la sua importanza è da ricercare altrove. Ed in questo “Duello al sole”, in questo melò all’interno della stessa scuola di Francoforte, Benjamin sarà l’unico che si lamenterà del defluire del discorso sul cinema. Sotto accusa i critici cinematografici che, di fronte al nuovo che giunge dallo schermo,  di fronte all’incalzare delle immagini in movimento, non trovano di meglio che riproporre i vecchi cliché e gli stessi limiti narrativi  della critica letteraria.”

E mentre Grezzi continua a discettare sui rapporti tra cinema e filosofia, alle sue spalle scorrono le straordinarie immagini (in uno sporco bianco e nero)  di un “anti-film” diretto da Guy Debord, dal titolo indicativo : “Critique de la separation”.

E mentre continua ad ipnotizzare il (giovane) pubblico accorso a Palazzo Serra di Cassano, tornano alla  mente le recentissime riflessioni  espresse da Giuseppe Tornatore nel corso dell’incontro con il pubblico  al Napoli Film Festival:

“Martin Scorsese, il grande regista americano di origini italiane, a casa sua, ha una trentina di video perennemente accessi che mandano in onda film dopo film. A chi gli chiede il perché di quelle installazioni non risponde ma lascia intendere che le immagini dei diversi film lo nutrano, gli entrano nella pelle e prima o poi influenzeranno il suo processo artistico.”

Probabilmente Enrico Grezzi sposerà questa sua teoria. Le immagini per lui non sono elementi funzionali e fittizi ma materia vivente, nutrimento insostituibile per il suo corpo, i suoi occhi, il suo spirito.”

L’Articolo- Redazione napoletana del “L’Unità” – 09-6-2005

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