Ernesto Mahieux si racconta nel volume “Un attore perbene Ernesto Mahieux: sogno, talento e perseveranza”, edito da Caracò, scritto dal giornalista Ignazio Riccio. Dopo aver ripercorso le tappe della carriera teatrale, al fianco di Tato Russo e Mario Merola, suo mentore, l’attore passa in rassegna gli esordi cinematografici con Alfonso Brescia, Ettore Scola, Giancarlo Giannini, Nino D’Angelo, Pasquale Squitieri e Francesco Patierno, fino ai più recenti con Carlo Lizzani, Marco Risi, Alessandro Siani, Mario Martone, Luca Miniero. Carlo Luglio, Paolo Consorti e Guido Morra. Non mancano i gustosi aneddoti e le sorprendenti rivelazioni. Mahieux, infatti, racconta quando, invitato ad esibirsi al matrimonio del figlio di un boss, rifiutò un cofanetto ricolmo di cocaina e di aver accettato il ruolo “respingente” del cinico e “malsano” di Peppino Profeta de “L’imbalsamatore” di Matteo Garrone, grazie al quale fu premiato con il David di Donatello, solo dopo le martellanti pressioni del talentuoso regista romano. Un volume da leggere tutto d’un fiato, scritto con acume dall’Autore, che si rivolge a un pubblico vasto, non necessariamente cinefilico e che rende omaggio ad un attore, capace di colorare come pochi i personaggi che interpreta.
Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno -6-9-2022
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