Errori in psichiatria

18 Gennaio 2014 | Di Ignazio Senatore
Errori in psichiatria
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Il primo libro dell’Iliade si apre con la descrizione della pestilenza che affligge il campo acheo perché Agamennone si è rifiutato di restituire al padre la bella prigioniera Criseide. Per gli antichi la malattia era suscitata dalla collera divina e la cura consisteva nell’espiazione della colpa attraverso il ricorso ad invocazioni propiziatorie ed a vittime sacrificali. Ne è passata da allora di acqua sotto i ponti ed il sapere medico, da allora, ha dovuto sfidare superstizioni ed epidemie, sperimentare nuovi farmaci, perfezionare pratiche ed sperimentazioni cliniche. Non meno complessi di quelli effettuati dalla scienza medica i passi in avanti compiuti dalla psichiatria che, abbandonate le pratiche ereditate dagli Etruschi come quella della trapanazione del cranio per guarire la pazzia e l’isterismo, ha affinato sempre più gli interventi terapeutici fino a sfaldare in parte il concetto di inguaribilità della malattia mentale. Dopo i venti libertari di Psichiatria Democratica che ha lottato affinché il folle fosse trattato con la stessa dignità di qualsiasi altro ammalato, in questi ultimi anni si è assistito spesso ad un fiorire di convegni spesso identici a se stessi dove si sono alternati oratori che tendevano, narcisisticamente, a dar voce soprattutto ai loro (presunti?) successi terapeutici. Originale rispetto ai precedenti e dal taglio completamente diverso è quello che si svolge oggi dalle ore 9.00 alle ore 18.30, presso il Centro Congressi dell’Hotel Royal Continental, in collaborazione con l’Astra Zeneca, dal titolo “Errori nel trattamento dei disturbi psichiatrici”, organizzato dal professor Giovanni Muscettola, Ordinario di Psichiatria dell’Università Federico di Napoli, che così sintetizza lo spirito del Convegno: “Cercheremo di non parlare dell’errore in psichiatria in termini giuridici ma di fare un excursus su quelli di programmazione e di procedura. Grande attenzione è data all’impiego in terapia di farmaci atipici, utilizzati al di fuori delle indicazioni del Ministero, pratica che non è di fatto un errore ma che diviene una strategia utile per casi più difficili.” Gli fa eco il professor Massimo Morlino, psichiatra dell’Università Federico II di Napoli: “In psichiatria l’esistenza di quattro diversi livelli di intervento, biologico, psicologico, familiare e sociale, comporta un ulteriore livello di complessità e diventa ancora più difficile, che in altre discipline, definire cosa sia un errore, se e come possa essere evitato.” Più che proporre nuovi modelli di intervento, osannare l’ennesimo farmaco che lenisce angoscia, mal di vivere e sofferenze, in questo convegno il professore Muscettola illustra gli errori legati ai trattamenti farmacologici, Romolo Rossi quelli ai trattamenti psicoterapeutici, Stefano Ferracuti a quelli psichiatrico–forensi, Massimo Morlino a quelli negli ambiti medico e psichiatrico. Chiude il convegno il dottor Vittorio Schiavone con una relazione sulle linee guida nel trattamento della schizofrenia.

 

 

Articolo pubblicato su “Il Napoli – Epolis” – 16-11-2007

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