Follia (Asylum) di David McKenzie – G.B – 2005 – Durata 99’ – V.M 14

14 Gennaio 2021 | Di Ignazio Senatore
Follia  (Asylum)  di David McKenzie – G.B – 2005 – Durata 99’ – V.M 14
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Lo psichiatra Max Raphael (Hugh Bonneville), marito dell’affascinante Stella (Natasha Richardson) e padre del piccolo Charlie (Augustus Jeremiah Lewis), assume l’incarico di vicedirettore del lugubre e spettrale manicomio giudiziario di Broadmoor. Travolta dalla noia ed insoddisfatta da una vita coniugale monotona e piatta, Stella finisce tra le braccia di Edgar Stark (Marton Csokas), un artista internato per uxoricidio. Il perfido dottor Cleave (Ian McKellen) prova, invano, a sedurre Stella ma respinto, si vendica facendo scoppiare lo scandalo. Stella abbandona il marito, da un calcio alle convenzioni borghesi e ad una vita agiata e rispettabile e fugge a Londra con il suo amante. Ben presto Edgar si rivela un uomo violento, rissoso, sospettoso ed accecato dalla gelosia. La tragedia è dietro l’angolo e travolge i protagonisti della vicenda.

McKenzie porta sullo schermo il fortunato romanzo di Patrick McGrath (autore di Spider tradotto sugli schermi da David Cronenberg) ed ambienta la vicenda  nella Londra degli anni Cinquanta. Il regista sceglie i toni cupi ed inonda la pellicola di un tocco pessimistico e disperato. Ma la confezione non è impeccabile ed il regista sembra voler impaginare il classico triangolo borghese; una moglie frustrata ed insoddisfatta, un marito, freddo e glaciale, totalmente immerso nel lavoro ed un artista giovane, ribelle e maledetto. Ma la peccaminosa storia d’amore tra Stella ed Edgard non è folle,  bollente, né travolgente e ben presto la tormentata ed infelice protagonista finisce dalla padella alla brace ed in luogo dell’ambizioso ed anaffettivo consorte si ritrova a fronteggiare le crisi di gelosia dell’instabile e rissoso Edgard. La figura di Max è relegata sullo sfondo e prende vita solo dopo aver scoperto il tradimento della moglie, alla quale chiede di rimanere al suo fianco non perché l’ama ma solo per non alimentare scandali e pettegolezzi. Il film è fin troppo calligrafico ed i dialoghi appaiono anemici ed esangui. Nel finale Stella impazzisce ed è rinchiusa nello stesso manicomio dove è recluso il suo amato Edgar ma il cinico e crudele dottor Cleave vigilerà su di lei, vietandole di incontrarlo. Il titolo originale è meno enfatico di quello italiano e ci ricorda che l’intera vicenda è ambientata nel manicomio giudiziario di Broadmoor.

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