Fuoco fatuo (Le feu follet) di Louis Malle – Francia, Italia – 1963

19 Ottobre 2024 | Di Ignazio Senatore

Alain Leroy (Maurice Ronet), dopo essere stato ricoverato in una clinica, non tocca più un goccio di alcol e rientra a Parigi.

Colto e dal bello aspetto, ha sempre fatto stragi di cuori al punto che Dorothy, la moglie, stufa del suo comportamento, si trasferisce a New York. Lydia (Léna Skerla), una delle sue tante amanti, prova a scuoterlo, invano, dal torpore affettivo.

Neanche l’incontro con Doubourg (Bernard Noël), Jeanne (Jeanne Moreau) e la bellissima Solange (Alexandra Stewart) riescono a scaldare il suo cuore, ormai troppo gonfio di infelicità e tristezza.

Il finale non potrà che essere tragico.

Capolavoro di Louis Malle che con questa sua riflessione sull’incomunicabilità umana ci regala le ultime trentasei ore di vita di Alain, personaggio simbolo di quella tristezza ed angoscia esistenziale che attanaglia e raggela l’animo umano.

Soffocato dalla solitudine e da un incurabile mal di vivere, all’amico Duborg, confessa:

“Ho cominciato ad aspettare le cose e bevevo. Poi un giorno mi sono accorto che avevo passato la vita aspettando; le donne, i sogni, l’azione ed allora mi sono ubriacato a morte. Come mi sento? Molti vuoti. E’ finita per me. Me ne vado. Non l’hai capito?”

Sul finale, all’affascinante Solange, Alain mestamente confessa:

“Non posso allungare le mani, toccare le cose a anche quando tocco le cose non sento niente. Andarsene senza aver toccato nulla.” 

Malle sposta la vicenda dagli anni Trenta a quelli Sessanta e con la mdp segue il protagonista con dei lunghi carrelli e pedina il suo volto, ma al di là del suo tormento interiore colpiscono le esternazioni e i commenti glaciali e rassegnati degli intellettuali che gli ruotano intorno, cinici ed insensibili di fronte al suo dramma umano.

Struggenti le musiche di Erik Satie. Il titolo è un chiaro riferimento a quelle fiammelle di breve vita di color blu che anticamente rimandavano all’esistenza dell’anima.

Premio della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia.

Dal romanzo omonimo di Pierre Drieu La Rochelle, morto suicida nel ’45 a cinquantatré anni.

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024

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