Genealogia di un crimine di Paulo Branco – 1997

9 Giugno 2015 | Di Ignazio Senatore
Genealogia di un crimine di Paulo Branco – 1997
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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La vita di Solange (Catherine Deneuve), affermato avvocato, è stata funestata dalla morte del figlio ventenne. Da sempre affascinata dalle vicende complesse e intricate, accetta di difendere René (Melville Poupade), un ragazzo accusato di aver ucciso la zia Jane, nota esponente della Società Psicoanalitica Franco-Belga. Nel corso dei colloqui, il suo assistito non solo si proclama innocente, ma si dichiara vittima di sua zia e della discussa Società scientifica, diretta dal dottor Georges Didier (Michel Piccoli). Solange inizia a leggere i diari di Jane e scopre che la donna aveva accolto in casa il piccolo René quando aveva cinque anni e che sin da allora aveva studiato il suo comportamento per verificare la validità di una ipotesi fortemente sostenuta dalla Società Psicoanalitica: l’essere umano è già completo a cinque anni e un ipotetico comportamento criminale, dopo questo termine, non può più essere modificato. Solange ricostruisce la tormentata relazione che René aveva con la zia e scopre che Jane amava fare con lui un gioco di scambio dei ruoli (“Tu sarai me e io te”). René è assolto, i membri della Società si suicidano in massa e Solange intreccia una perversa relazione con il ragazzo ma, dopo aver subito cocenti umiliazioni, lo ucciderà. Branco impagina il film come un lungo flashback che si dipana intorno alla voce off di Catherine Deneuve (che interpreta sia Solange sia Jane) e che legge ad alta voce le annotazioni del diario di Jane. La pellicola, pervasa da una grande eleganza e raffinatezza, diretta da Paulo Branco, è però a tratti troppo statica e i continui scivolamenti tra passato e presente finiscono per rallentare la fluidità della narrazione. I dialoghi sono molto curati e sono simpaticissimi i duetti tra Georges Didier e Christian Laplace (Andrzej Seweryn), suo acerrimo oppositore e membro della Società Psicoanalitica InterFrance. Da incorniciare la frase che Didier regala Solange, dopo averla invitata a non difendere il ragazzo: “Lei è celebre, lei ama il grande pubblico, lei è sotto i riflettori. L’analisi ha bisogno d’ombra, di silenzio e di segreto”.

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