GENTE DI ROMA di Ettore Scola – 2003

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Andando a zonzo per Roma, ci si imbatte in diversi personaggi; c’è chi è stato licenziato e non ha il coraggio di dirlo alla moglie; chi (Salvatore Marino) è un giornalista free-lance e, memore della lezione zavattiniana di “pedinamento della realtà” ad un passeggero (Valerio Mastrandea) di un bus svela il suo progetto di voler raccogliere delle interviste agli extra-comunitari; Maria (Sabrina Impacciatore) non sa come confessare al suo fidanzato che si è innamorata di un altro; il proprietario di un bar (Alessandro Fassari) , razzista ed intollerante, figlio di un emigrato in Belgio, non sopporta gli extracomunitari che entrano nel suo locale; al cimitero del Verano un uomo (Rolando Ravello) riesce a sentire le conversazioni che si scambiano i defunti; in una casa di riposo dei medici somministrano dei test neuro cognitivi  a dei malati ormai indementiti; in un ristorante un anziano (Arnoldo Foà), a pranzo con il figlio che vuole andarlo all’ospizio, scarica la propria frustrazione, maltrattando il cameriere; a San Giovanni Nanni Moretti parla dal palco della manifestazione; gli iscritti di una sezione DS affollano la sede per seguire una partita della Roma…

Scola impagina un film minimalista che si compone di piccole storielle incollate, quasi alla rinfusa, le une dopo le altre. Il tono volutamente non eccedente svela un occhio attento ad un’umanità che, con le unghie ed i denti, cerca di far fronte alle avversità della vita ma che è divenuta nel tempo sempre più insicura, fragile e spaesata. Le diverse storie che si susseguono e che hanno come filo conduttore l’autobus che attraversa la capitale, non sempre appaiono coese e donano al film un senso di sfilacciamento che da un lato intriga e dall’altro disaffeziona lo spettatore.