Gilda di Charles Vidor -USA – 1946 – Durata 110’ – B/N

24 Gennaio 2025 | Di Ignazio Senatore
Gilda di Charles Vidor -USA – 1946 – Durata 110’ – B/N
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Anni Quaranta. Buenos Aires. Ballin Mundson (George Macready), ricco faccendiere, impegnato nel traffico clandestino del tungsteno, incontra Johnny (Glenn Ford), un tipo svelto che diventa ben presto il suo uomo di fiducia, a cui affida la direzione del suo elegante casinò.

Ballin sposa la giovane e affascinante Gilda (Rita Hayworth), ex ballerina e un tempo la donna di Johnny. Ballin è ignaro della loro tormentata relazione e ordina a Johnny di tenere d’occhio l’inquieta mogliettina.

I due vecchi amanti fanno scintille e Gilda, spirito libero e indipendente, ancora innamorata di Johnny, lo stuzzica e prova a risvegliare in lui l’antica e mai sopita passione. Johnny non le perdona di aver sposato Ballin e la tratta con freddezza e distacco.

Ballin è sempre più impegnato negli affari e Gilda, per fare ingelosire Johnny, finge di accettare la corte dei suoi spasimanti. Ballin, dopo aver ucciso un tedesco in affari con lui, fugge e simula la propria morte in un incidente aereo.

Johnny sposa allora Gilda e diventa il proprietario del casinò e, convinto che lei sia una donna sempre a caccia di nuove avventure, per punirla, la segrega in casa. La polizia, scoperto il traffico di tungsteno, sequestra la bisca. Ballin però ricompare dal nulla e vuole vendicarsi dei due freschi sposini…

In questo film campione d’incasso, in bilico tra noir e melodramma, tra i più noti prodotti ad Hollywood negli anni Quaranta, Vidor (Duello al sole, La strada della felicità, Guerra e pace, Salomone e la regina di Saba…) punta tutto sulla bellezza felina della Hayworth che, grazie al personaggio di Gilda, diverrà una delle icone sexy più famose della storia del cinema, grazie a una scena al tempo giudicata osè; mentre canta Put the Blame on Mame (doppiata dalla voce di Anita Ellis) nel casinò di Johnny, si sfila un guanto nero e mima un vertiginoso strip-tease.

Il regista americano lascia che l’odio e l’amore divorino i protagonisti del torbido e morboso triangolo; Johnny, un duro con dei tratti sadici e misogeni, è divorato da un’insana e patologia gelosia; Gilda, una creatura fragile e melanconica, è vittima di due uomini che la trattano come un oggetto; Ballin, innamorato di Gilda, è attratto in maniera perversa dal gioco di seduzione dei due ex amanti.

I dialoghi sono calibrati alla perfezione, la tensione sale fotogramma dopo fotogramma e il film, grazie alla magistrale fotografia di Rudolph Maté e alle  magiche coreografie di Jack Cole, si gode tutto d’un fiato.

Nel rispetto degli stilemi del noir, Vidor lascia che la voce off di Glenn Ford commenti la vicenda. I dialoghi sono pungenti e da segnalare la frase di Gilda nel corso del film: “L’odio è l’unica cosa che riesce a darmi calore.

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